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Titolo: Varvilla
Titolo originale: Varvilla
Italia: 2015. Regia di: Valerio Gnesini Genere: Documentario Durata: 100'
Interpreti: Gli abitanti del paese di Succiso
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 19/05/2015
Voto: 7
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Sui generis
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Sull’Appennino c’è un piccolo paese che…
A Succiso, lungo l’Appennino reggiano, vive una comunità che ha saputo fare della propria terra la sua risorsa naturale sia in termini di solidarietà sia di stile di vita.
Costituitosi in cooperativa il paese infatti vive del lavoro della cooperativa che gestisce tutte le attività del luogo.
La pellicola d’esordio del Bolognese Valerio Gnesini narra una storia che lentamente ha trovato piede in un mondo che oggi è quanto mai distante dal senso di cooperazione e di aiuto sociale.
Un paese di poche decine di persone, quasi tutte sono emigrate nei primi anni del dopo guerra, ha trovato nell’aiuto di un gruppo di volontari e di appena sette dipendenti, la possibilità di fare sopravvivere e sussistere una ‘comunità di crinale’, come ama definirlo emiliano, dipendente della cooperativa stessa.
La narrazione passa attraverso le immagini del piccolo centro di montagna e di coloro che lo popolano, a partire da presidente e vice presidente della cooperativa, entrambi volontari e destinati a descrivere la parte maggiormente istituzionale di questo progetto, ai quali si aggiunge una guest star d’eccellenza: un ex – pastore che ama narrare della propria giovinezza e definire il proprio senso di vita attraverso un dialetto incomprensibile ai più.
Un documentario che sta conquistando il mondo con una storia incredibile e semplicissima che narra delle proprie origini, di ruralizzazione, non certo di ritorno ma mai veramente cessata; perché a Succiso non ci si è mai del tutto staccati dal concetto rurale di borgo.
Un luogo dove il ricordo delle tradizioni orali delle persone più anziane pare non essere mai stato messo in discussione e dove la proloco locale è diventata un caso internazionale al punto di scomodare un gruppo di docenti dell’università di Osaka per venire a studiare l’idea di questa cooperativa sociale sui generis, necessaria per poter cercare di rappresentare anche nel paese del sol levante uno dei possibili baluardi a una crisi economica che non da tregua al vecchio concetto capitalistico.
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