Titolo: Sea Fog
Titolo originale: Haemoo
Corea: 2014. Regia di: Shim Sung-bo Genere: Drammatico Durata: 110'
Interpreti: Kim Yoon-seok, Park Yoo-chun, Lee Hee-joon, Han Ye-ri, Moon Seung-keun
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Nelle sale dal: Inedito Florence Korea Film Fest 2015
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Nicola Picchi
L'aggettivo ideale: Nebuloso
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Il capitano Kang Chul-joo, il quale versa in gravi difficoltà economiche, accetta di trasportare immigranti illegali in Corea. Durante la traversata questi muoiono asfissiati, e Kang ordina ai suoi uomini di sbarazzarsi dei corpi, senza sapere che c'è una sopravvissuta, Hong-mae, tenuta nascosta dal marinaio Dong-sik.
Nell'ottobre del 2001, il peschereccio "Taechangho" trasportò clandestinamente 60 immigranti sino-coreani verso la Corea del Sud. Segregati nei depositi del pesce, 26 di loro morirono per soffocamento e vennero gettati in mare. La polizia del porto di Yeosu, venuta a conoscenza della vicenda dopo aver fermato uno dei superstiti, arrestò il capitano e i marinai, mentre i sopravvissuti furono rimpatriati in Cina. Ispirandosi a questa tragedia, nel 2007 Kim Min-jung scrisse la pièce "Haemoo", da cui Shim Sung-bo ha tratto "Sea Fog".
Al suo debutto come regista, Shim è più noto per aver scritto la sceneggiatura di "Memories of Murder" (2003) insieme a Bong Joon-ho, il quale ha restituito il favore producendo il film e collaborando allo script. E' dunque singolare che l'unico punto debole di "Sea Fog" risieda proprio in una sceneggiatura in cui i caratteri sono sempre fuori fuoco.
La vicenda è retrodatata al 1998, quando la situazione economica della nazione era tutt'altro che florida; sullo sfondo c'è la devastante crisi finanziaria che travolse i mercati asiatici nel 1997, che portò a un massiccio intervento del Fondo Monetario Internazionale, soprattutto in Corea e Thailandia. Visto che la situazione economica iniziò a migliorare notevolmente nel biennio successivo, è ovvio come ambientare la vicenda nel 1998 serva a fornire una parvenza di giustificazione all'operato del capitano, e alla rassegnata acquiescenza dei suoi marinai. Kang Chul-joo è infatti praticamente sul lastrico. Il suo peschereccio ha urgente bisogno di riparazioni che egli non è in grado di affrontare, il suo conto in banca è in rosso e il suo ristorante è stato ipotecato dalla moglie, la quale lo tradisce durante la sua assenza. Disperato, Kang decide di dedicarsi al contrabbando di merci contraffatte, ma il suo intermediario gli propone invece di trasportare clandestini. E' l'inizio di un incubo, che Shim Sung-bo declinerà attraversando tangenzialmente diversi generi, dal thriller all'horror.
Dopo la morte degli immigranti la "Junjinho" si ritroverà, per dirla con Coleridge, "Come una dipinta nave/in un mare dipinto". Kang e i suoi marinai sprofonderanno in un banco di nebbia (sia reale che tetramente metaforica), una nebbia che tutto divora offuscando i pensieri e la ragione, lasciando campo libero agli istinti primordiali. Per il capitano l'imperativo è quello di salvare la sua nave, anche al costo della vita di chiunque osi dissentire dalla sua decisione; per il giovane Dong-sik è quello di proteggere Hong-mae; per Chang-wook quello di riuscire a fare sesso con la ragazza. Wan-ho, Ho-young e Kyung-koo sono invece poco più che comparse, adatti tutt'al più ad accelerare la discesa di Kang nella follia. E qui salta all'occhio l'unica pecca di "Sea Fog", ovvero la labile caratterizzazione dei personaggi, tanto più grave all'interno di una struttura d'impianto teatrale. Chang-wook è infatti poco più di una caricatura, mentre l'ingenuo e irruente Dong-sik e l'ossessionato capitano Kang sono due stereotipi della più bell'acqua. E dato che, come ben sottolineano Shim e Bong, in una guerra tra diseredati non c'è spazio per la solidarietà umana, ma solo per una dura lotta per la sopravvivenza, minare la crudezza del plot con l'inopinato interludio romantico tra Dong-sik e Hong-mae risulta fuori luogo, anche se il regista si riscatta con un finale amarognolo.
Shim Sung-bo inizia con secco realismo descrivendo le quotidiane miserie della vita dei marinai al porto di Yeosu, per poi immergersi in un limbo spettrale, dove esplode la follia collettiva; e qui, tra una nebbia opprimente e interni claustrofobici, lambisce diversi generi senza abbracciarne nessuno, ma anche senza tenersene completamente al di fuori. Una scelta dovuta forse all'inesperienza dell'esordiente, che denota una qualche incertezza sulla giusta direzione da imboccare, impedendo a "Sea Fog" di essere davvero memorabile.
Kim Yoon-seok (The Chaser, The Yellow Sea) è un accumulo esplosivo di risentimento, rabbia e paranoia, mentre Park Yoo-chun (della boyband JYJ) ha visto decollare le sue quotazioni ricevendo numerosi riconoscimenti per la sua interpretazione nel ruolo di Dong-sik. Ma la migliore è Han Ye-ri (The Commitment), la quale dona al personaggio di Hong-mae una forza morale che esula dal luogo comune della "damsel in distress".
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