Al di là della vita
Titolo originale: The Strangers
USA: 2000. Regia di: Martin Scorsese Genere: Drammatico Durata: 111'
Interpreti: John Goodman, Patricia Arquette, Nicolas Cage, Ving Rhames, Tom Sizemore, Jon Abrahams
Sito web:
Nelle sale dal: Dal 2001 In dvd
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesco Manca
<< Salvare la vita a qualcuno è come essere innamorato, è la droga migliore del mondo. Come se Dio ti avesse attraversato. Perché negare che, anche solo per un attimo, tu sei stato Dio… >>
Queste sono le parole del paramedico Frank Pierce (Nicolas Cage), un uomo tormentato dai fantasmi della propria coscienza, che passa le sue notti su un autoambulanza che sfreccia nelle umide, viscide e malfamate strade di una New York, tanto cara al regista Martin Scorsese, costellata di crimini, droga, pistole e sangue che scorre “a fiumi”.
Da circa un anno, Pierce è caduto in un folle e tempestoso stato di depressione, dovuto al fatto che non riesce più a salvare nessuno dei suoi pazienti, e per di più, si rifiuta di dormire e di mangiare.
Come detto, sono i fantasmi i veri protagonisti di “Al di là della vita”, ennesima fatica dietro la macchina da presa del regista italoamericano, che, con questa sua opera, riporta in vita gli scenari lugubri, sconfinati ed evocativi che hanno fatto da sfondo a pellicole quali “Mean Street” e “Taxi Driver”. A questo proposito, è inoltre da sottolineare il ritorno dello sceneggiatore Paul Schrader (“Taxi Driver”, “Hardcore”, “American Gigolò”) alla sua (ultima, per ora) collaborazione artistica con Scorsese; le ambientazioni così suggestive e spettrali sono dovute in parte anche a lui, oltre che, ovviamente, allo scenografo nostrano Dante Ferretti.
Questo film tiene soprattutto a rimarcare che il protagonista Frank Pierce è, forse inconsapevolmente, un “angelo maledetto”, una sorta di presenza maligna che, in un certo senso, fa sì che tutto ciò che tocca muoia. In questo personaggio si possono riscontrare palesi somiglianze (psicologiche) con il Travis Bickle (Robert De Niro) protagonista di “Taxi Driver”; entrambi sono degli “angeli maledetti” che si sentono estranei alla realtà in cui sono “costretti” a vivere, sono disgustati a tal punto dallo squallore che li circonda tanto da sentirsi, a loro volta, parte di quello stesso squallore. La vita li ha messi con le spalle al muro, senza che loro potessero fare nulla, sono stati condannati a vedere un mondo così allucinato, sadico e spietato da non sembrare neanche lontanamente reale, “sperando” che sia tutto frutto di un terribile incubo.
La regia di Scorsese ha ben chiaro questo concetto che viene evidenziato con uno stile frenetico ma mai confusionario, accompagnato da un montaggio (Thelma Shoonmaker) serrato e quasi imprevedibile, che non può certo fare a meno di una colonna sonora onnipresente e perfettamente adatta, che vanta nel suo repertorio numerosi pezzi rock dei gruppi simbolo della filmografia Scorsesiana quali Rolling Stones, R.E.M. e molti altri.
La pellicola è quindi un percorso, un’interminabile discesa verso le porte dell’inferno, che non esita a mostrare la violenza come è realmente, senza mezzi termini e scorciatoie. Un film, per certi versi, lontano dai soliti canoni del cinema di Scorsese, cui va sicuramente attribuito il pregio di saper osare e di rischiare, così da far immergere lo spettatore in una lunga riflessione sul vero significato e valore della vita, perché, come dice il titolo stesso, quando si è “Al di là” di essa non si torna più indietro…
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