Animanera
Titolo originale: Animanera
Italia: 2007 Regia di: Raffaele Verzillo Genere: Drammatico Durata: 93'
Interpreti: Antonio Friello, Giada Desideri, Luca Ward, Antonio Friello, Elisabetta Cavallotti
Sito web:
Nelle sale dal: 29/08/2008
Voto: 5,5
Trailer
Recensione di: Marzia Gandolfi
Enrico Russo è un uomo gentile e stimato, marito esemplare e amministratore di condominio encomiabile, nasconde però un orribile segreto. Bambino abusato dal padre in un passato mai dimenticato, Enrico è un "predatore di bambini" che violenta la loro innocenza e poi la massacra. Sulle sue tracce, navigano a vista un magistrato garantista, un commissario ostinato e una psichiatra sensibile. Invaghitosi del piccolo Andrea, figlio di genitori abbienti e assenti, Enrico cerca di conquistarne la fiducia e la simpatia fuori dai cancelli della scuola. Spetterà alla dottoressa Polito e al commissario Masciandaro cercare di salvare il piccolo Andrea dal suo atroce destino.
È difficile fare aderire lo spettatore alla messa in scena di un discorso gravoso come la pedofilia, altrettanto lo è scrivere del film di Raffaele Verzillo, che sulla carta possiede un'intrinseca sensibilità e il coraggio di mettere in scena gli aspetti più disturbanti di una società volta a rimuovere le sue storture. Animanera riflette sul rapporto esistente tra i tanti (troppi) casi di maltrattamenti infantili e il numero di criminali che impunemente alleva. Al centro del film di Verzillo c'è un "cattivo colpevole", abusato nell'infanzia, che ha bisogno di mettere in scena la violenza subita e di sfogarla brutalmente. Senza minimizzare mai la crudeltà del suo crimine e la pericolosità del criminale, l'autore lo osserva adottando di volta in volta i punti di vista dei suoi personaggi: un giudice, un commissario e una psichiatra. Tre sguardi differenti che vorrebbero rispettivamente garantire, punire o concepire una via di approccio alla psicologia del "mostro".
Attraverso la storia di Enrico Russo e delle sue vittime innocenti, Verzillo prova a rendere accessibile al grande pubblico il sapere psicoanalitico sull'uomo, portando in superficie tutta la sofferenza, l'umiliazione, la manipolazione e le "carezze" moleste subite dall'infanzia.
I delitti dell'animanera di Verzilli raccontano l'infanzia di chi li compie dentro la cornice di uno psycho-thriller, rigidamente vincolato ai codici del genere: il serial killer con "licenza di uccidere", l'indagine poliziesca e quella psicologica, il commissario irascibile e impulsivo, la lotteria dei sospettati e la rivelazione finale.
Purtroppo la dedizione alla causa, assolutamente condivisibile e apprezzabile, non è sufficiente a sostenere un prodotto che non trascende mai né reinventa il mondo dei fatti secondo modelli inediti.
Il potenziale morale della storia e il dramma umano e sociale sono diluiti, se non banalizzati, da uno stile più consono a certe atmosfere da detective story con indizi e soluzioni lapalissiane.
Il dramma del presente è declinato secondo le coordinate della cronaca, al punto da avvicinare e rendere irriconoscibile in Animanera i confini tra cinema e televisione. Peccato.
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