Ballare per un sogno
Titolo originale: Make It Happen
USA:
2008. Regia di: Darren Grant Genere: Drammatico Durata: 90'
Interpreti: Mary Elizabeth Winstead, Riley Smith, Tessa Thompson, John Reardon, Ashley Roberts, Leigh Enns, Julissa Bermudez, Karen LeBlanc
Sito web: www.makeithappenmovie.com
Nelle sale dal: 03/04/2009
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
I film sulla danza sembrano non passare mai di moda, dai film con Ginger Rogers e Fred Astaire, passando a quelli con Jene Kelly si giunge ai giorni nostri con “Ti va di ballare?” e “Step up 2”.
Il firmamento cinematografico è costellato da questo genere di film , molti dei quali sono rimasti nel cuore di coloro che li hanno visti, chi per le coreografie strepitose e affascinanti, chi per le storie d’amore apparentemente impossibili, e ancora chi per le colonne sonore, che facevano ballare anche i muri, e spesso anche per gli attori pieni di carisma.
Lauryn Kirk è una ballerina che fa il provino per entrare in una prestigiosa scuola di Chicago. La ragazza viene immediatamente scartata e, non volendo tornare a casa dal fratello sconfitta, decide di rimanere in città. Fa amicizia con Dana, che la ospita e la presenta alla direttrice del club Ruby ’s, per ottenere il posto vacante di contabile.
Al Ruby ’s si intrattengono i clienti con un tipo di danza molto sensuale. Ben presto Lauryn si lascerà attrarre da questa danza, ma il suo sogno rimane quello di essere una delle venti candidate ammesse alla scuola di Musica e Danza.
Il film è a metà tra “Le ragazze del Coyote Ugly” e “Save the last dance”, e ci sono chiari riferimenti a questi due film. Il pre - finale in cui Lauryn sostiene la seconda audizione, dove il ragazzo la guarda dietro le quinte e ad esibizione finita corre da lei abbracciandola, è identico a “Save the last dance”, eccezion fatta per il numero coreografico che nel secondo è strepitoso, tanto da farti quasi sobbalzare dalla sedia. Il finale richiama, invece, “Le ragazze del Coyote Ugly”, dove tutti i personaggi si stringono attorno all’eroina al bancone del locale e il ragazzo la bacia.
Un altro elemento scontato è il passato che viene cucito addosso a Lauryn. Ha perso la madre quand’era piccola e il padre muore d’infarto tre anni prima della storia raccontata. Il fratello è pieno di debiti fino al collo e lei sembra essere l’unica che riesca a risolvere la situazione. Un’eroina, quindi, economicamente disastrata e senza famiglia. Sembrano essere solamente queste le condizioni necessarie, in numerosi film, affinché un individuo abbia la determinazione di realizzare i propri sogni, tutti gli altri soggetti danno l’idea di una massa informe, senza spina dorsale e non combattivi.
Dovrebbe essere la passione, che si possiede per una determinata disciplina o lavoro, a essere il motore che spinge l’essere umano a lottare e stringere i denti per farcela.
La necessità rimane comunque un elemento di stimolo, che non va rinnegato, ma non bisognerebbe ridurre sempre il tutto a questo, mostrando solo questa faccia. Il cinema, così facendo, crea degli stereotipi dai quali ci si lascia condizionare.
Non tutto è ordinario. Alcune sequenze del film sono caratterizzate da un’atmosfera sensuale creata dall’ambientazione delle scene notturne nel club Ruby ’s.
I costumi e le coreografie sono determinanti per attrarre tanto il pubblico del club, che rappresenta lo spettatore, quanto quello in sala. La colonna sonora è orecchiabile, ma poco incisiva.
In ultima analisi il regista Darren Grant si è lasciato influenzare un po’ troppo dai film sulla danza che hanno preceduto Ballare per un sogno, fossilizzandosi sul già visto e tralasciando la potenza creativa che il film poteva sviluppare.
|