Chaotic Ana
Titolo originale: Caótica Ana
Spagna: 2007. Regia di: Julio Medem Genere: Drammatico Durata: 119'
Interpreti: Manuela Vellés, Charlotte Rampling, Asier Newman, Nicolas Cazalé, Raúl Peña, Gerrit Graham, Matthias Habich, Lluís Homar, Antonio Bellido, Leslie Charles, Sue Flack, Giacomo Gonnella
Sito web: www.clubcultura.com
Nelle sale dal: 21/05/2010
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Elena Di Nardo Fusaro
L'aggettivo ideale: Paradigmatico
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Presentato alla Festa del Cinema di Roma, rivive sullo schermo, attualizzata, la vicenda mitica di una madre natura che racchiude in se tutti i dolori del mondo. Dopo la Lucya del film precedente, carica sensuale allo stato puro, Julio Medem si addentra nell’analisi di un altro essere arcano, a metà strada tra Pandora, portarice di mali, e Gesù Cristo, redentore dell’umanità e di quegli stessi mali.
Ana, bambina ma prima di tutto madre, generatrice di gioie e vendette, entrambe vigorose allo stesso livello perché emergenti dal caos che ogni divinità primigenia inevitabilmente si trascina dietro.
Figlia di un padre cavernicolo, “Mostro” meraviglioso che la incammina verso la sua stessa natura arcaica.
Il suo vitalismo comporta un’automatica rimozione delle sofferenze, ma la ragazza trasferendosi da un’Ibiza dionisiaca a una Madrid moderna si trova a dover fare i conti con la razionalizzazione del suo inconscio profondissimo, tramite sedute di ipnosi delle quali non ha la forza di essere messa al corrente…Fino a riscoprirsi madre, inevitabilmente, anche di colui che crede essere l’amore di questa vita e di quelle passate.
E invece non lo è. Non amante, ma figlio, da sempre, perché figlio della cattiveria degli uomini, quegli uomini cui Ana non teme di defecare in faccia il proprio disprezzo.
Ma la domanda è: l’umanità è crudele per natura o contro natura? Il dolore è contro Ana o inscindibile dalla natura stessa di Ana?
Ana si vendica e si fa picchiare, facce indivisibili della stessa medaglia, Natura Contro-natura, conflitto senza soluzione, dolorosa soddisfazione.
Una storia paradigmatica, dunque, ma anche, semplicemente, una singolare rappresentazione del passaggio all’età adulta e della presa di coscienza con cui ognuno di noi è costretto a fare i conti anche se comporta la “perdita dell’ Eden”, per sempre.
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