Flash of Genius
Titolo originale: Flash of Genius
USA, Canada: 2008 Regia di: Marc Abraham Genere: Drammatico Durata: 119'
Interpreti: Lauren Graham, Greg Kinnear, Dermot Mulroney, Aaron Abrams, Josette Halpert, Alan Alda, Mitch Pileggi, Daniel Roebuck, Chuck Shamata, Tatiana Maslany, Bill Smitrovich, Jake Abel
Sito web: www.flashofgenius.net
Nelle sale dal: 07/08/2009
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Etico
Flash of Genius determina il debutto cinematografico di Marc Abraham, dopo anni passati a produrre i film dei suoi colleghi, ora si cimenta come regista nel dare corpo ad una storia biografica pervasa da un dramma etico.
È la storia vera, svoltasi durante gli anni ’60, del professore universitario Robert Kearns, che ha una cattedra a Detroit, una moglie e ben 6 figli dei quali è grato ogni giorno.
Nel suo tempo libero si diletta a inventare e progettare nuovi dispositivi e apparecchiature, coinvolgendo anche la sua famiglia. Durante una giornata di pioggia torrenziale, mentre è in macchina con moglie e figli, e i tergicristalli sono fuori uso, Robert ha il “colpo di genio” del titolo.
L’uomo trascorre i mesi successivi alla creazione di un tergicristallo a intermittenza automatico. Una volta riuscito nell’impresa si affida a Gil, vecchio amico e commerciante d’auto, per mostrare il suo prototipo a una casa automobilistica. La Ford lo estromette dichiarandosi non interessata. Qualche tempo dopo, Robert assiste casualmente alla presentazione di un modello della Ford con in dotazione i suoi tergicristalli a intermittenza. Sentitosi derubato della tecnologia da lui inventata, Robert porterà la Ford Motors Corporation in tribunale affinché sia riconosciuto il suo inganno. L’uomo si butta a capofitto in una crociata che durerà 10 anni, durante i quali perderà sua moglie, che si separa da lui, la sua famiglia e la sua salute mentale. La sua testardaggine avrà, però, la meglio.
Flash of Genius si basa sull’articolo di John Seabrook, uscito sul New Yorker del 1933.
Il regista affronta con decisione un tema particolarmente delicato senza fare sconti. Ciò che rimane costantemente in primo piano è l’affermazione del proprio concetto di giustizia, soffermandosi sul principio etico che spinge il protagonista a rifiutare ogni patteggiamento pur di mantenere inalterata la propria integrità.
La sua è una crociata per affermare se stesso, non è in lotta per uno scopo nobile e altruista, per danni concreti ricevuti, come poteva essere “ The Rainmaker” (1997) di Francis Ford Coppola. Il solo beneficiario, alla fine, è solo lui, mentre la sua famiglia rimane danneggiata lungo il tortuoso percorso.
Rimane il fatto che la sua battaglia non è ingiustificata, troppo spesso gli individui fanno tacere la propria etica e morale, per un guadagno facile e veloce. Marc Abraham sottolinea come ci possa e ci debba essere ancora un’onestà di fondo, un’integrità dei valori di una persona sfacciatamente onesta.
Il regista mostra il percorso emotivo di un uomo, compresa la sua discesa nella più profonda disperazione e lo smarrimento psicologico legato a quella che sembra essere diventata un’ossessione. Un uomo che per i suoi principi perde tutto e, nonostante ciò, riesce a rialzarsi, a fare di nuovo ordine nella sua vita senza perdere di vista quella che è diventata la sua missione. Nel fare ciò si avvicina nuovamente ai figli, coinvolgendoli in una lunga battaglia legale, che li porterà ad essere nuovamente una famiglia.
Il regista ha creato un’atmosfera dove il dramma viene vissuto visceralmente, un’atmosfera plumbea com’è spesso il cielo sotto il quale si muove Robert.
Nella parte finale del film la situazione è diametralmente opposta, per sottolineare il riscatto del protagonista e dare adito al sogno americano, in cui con la buona volontà e la perseveranza possono tutto.
Greg Kinnear, che interpreta Robert Kearns, ha vinto il premio come Miglior Attore al Boston Film Festival.
In questo film Kinnear dimostra una volta di più le sue doti e come sia mal utilizzato dall’industria cinematografica americana che spesso lo interpella per piccoli film, che se pur belli, non riescono ad ottenere quella visibilità che potrebbe cambiare gli eventi.
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