Gomorra |
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Scritto da Francesco Balzano | |
domenica 01 giugno 2008 | |
Gomorra ![]() Vedere Gomorra è come leggere un pezzo di cronaca ottimamente realizzato. Spiega, senza reticenze, com’è organizzata e come prolifera un’organizzazione, anzi un Sistema come quello camorristico, e come trovi una rassegnata e tacita complicità nel territorio campano. La Gomorra descritta da Saviano nel suo best-seller, trova una perfetta corrispondenza nella sceneggiatura del film (scritta dallo stesso autore e dal regista Matteo Garrone insieme ad Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Mauro Bracci e Gianni Di Gregorio), che ti sbatte in faccia la sua cruda realtà senza troppi fronzoli. Per questo, la pellicola del regista romano risulta essere un ottimo film d’inchiesta, cui però manca il pathos e la capacità di far appassionare il pubblico alle vicende dei vari protagonisti. Anche laddove si parla di infanzia rubata, l’episodio del piccolo Totò, non strappa una lacrima né un’emozione, ma solo sdegno e disgusto, sia ben inteso, sempre vissuto da lontano. Lo spettatore rimane esterno, non riesce ad entrare nella realtà descritta fino in fondo. Se lo scopo era dunque, quello di raccontare da un punto di vista puramente giornalistico un mondo che ha perso qualsiasi tipo di moralità, Garrone e Saviano sono perfettamente riusciti nell’impresa. Ma se bisogna giudicarlo anche dal lato meramente cinematografico il film, a livello di scrittura, manca totalmente di passione. L’autore de L’imbalsamatore, arrivato alla sua sesta regia, indugia un po’ troppo con la telecamera a mano, che a tratti stucca un po’. Alcune scene avrebbero poi meritato scelte diverse da un punto di vista tecnico (vedi alcune sparatorie), ma probabilmente si è preferito puntare su un taglio documentaristico. Davvero buone le prove degli attori anche e, soprattutto, di quelli non professionisti; una particolare menzione meritano Marco Macor e Ciro Petrone, nei panni dei due aspiranti Scarface. Con un occhio più attento al cinema e meno alla cronaca sarebbe stato perfetto. Peccato.
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