Hereafter
Titolo originale: Hereafter
USA: 2010. Regia di: Clint Eastwood
Genere: Drammatico
Durata: 129'
Interpreti: Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard,
George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic, Marthe Keller, Mylène
Jampanoï, Charlie Holliday, Jenifer Lewis, Jay Mohr, Richard Kind, Steve
Schirripa, Lyndsey Marshal, Niamh Cusack, Fileena Bahris, Nikki Harrup,
Kelli Shane, John Nielsen, Jess Murphy, Toni Staniewicz, Annette
Georgiou, Jack Bence
Sito web ufficiale: www.hereafter-themovie.com
Sito web italiano: www.hereafter.it
Nelle sale
dal: 05/01/2011
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Leonardo Secco
L'aggettivo ideale: Unico
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Incredulità e sgomento ma anche scetticismo e banalizzazione: varie facce di una stessa medaglia che, all'alba dei suoi 80 anni, il vecchio Ispettore Callaghan ha voluto esplorare senza prendere posizione, senza spiegazioni, senza cadere nella banalizzazione della retorica.
Il suo non-punto di vista è messo in scena in maniera magistrale in un ristorante parigino dove Marie (Cecile de France) e Didier (Thierry Neuvic) discutono dei momenti post-mortem scendendo una scala che svela per ben due volte che la loro immagine non è che l'immagine riflessa su di uno specchio. Stesse facce e stessi personaggi visti in maniera differente, come a voler considerare come realistiche tutte le possibili interpretazioni su di uno stesso argomento.
Ma veniamo alla storia, anzi alle storie, già perché sono tre le storie che dipanano il racconto.
Marie e Didier sono giornalisti e testimoni oculari dello Tsunami indonesiano del 2004, Marcus e Jason (Frankie e George Mclaren) sono gemelli che vivono nella speranza di una miracolosa “guarigione” della madre tossicodipendente mentre George (Matt Damon) è un medium che non riesce a fuggire dal “dono” che gli permette di parlare con i defunti. Sarà quest'ultimo il collante di queste storie: il punto di svolta per Marcus, rimasto solo dopo la banale morte del fratello e di Marie, scopertasi fragile bisognosa di qualcuno che creda in lei. Le loro vite si incroceranno in maniera casuale (o forse no?) creando un punto di non ritorno da tempo agognato.
La sceneggiatura di Peter Morgan regala a Eastwood una storia fuori dai suoi canoni, ricca di emozioni e abbastanza controversa. Eastwood la rende propria, la trasforma pur mantenendone autentici tutti gli sviluppi narrativi, imprimendole il suo marchio di fabbrica. E' sempre lui che accompagna le scene con una musica (di cui è autore) malinconica, toccante, coinvolgente ma anche leggera, mai opprimente, che se ne sta in un angolino a confezionare la scena e non a sovrastarne la potenza espressiva.
E' sempre lui che riesce a strappare lacrime senza creare scene madri...addii, ricordi, incontri...tutti mostrati nella loro semplicità, senza ricerca del sensazionale, senza pornografia del dolore ma racchiusi nell'emozione di uno sguardo e nel silenzio del rispetto per i personaggi.
E' sempre lui che caratterizza magnificamente la solitudine dei suoi personaggi...la loro esperienza dell'emarginazione...c'è chi è solo da tutta la vita come George, incapace di stabilire relazioni durature a causa del suo “dono”; chi lo è sempre stato ma non se n'è ancora reso conto come Marie, nuotatrice alle prime armi in un mare di squali, e chi lo diventa come Marcus perdendo il fratello, punto di riferimento fondamentale per sopravvivere ad una vita di stenti.
Clint Easwood dunque confeziona il suo “solito” (speriamo resti sempre lo stesso) regalo, impreziosito da una carta sconosciuta che stuzzica curiosità e apprensione nello scartarlo ma che prontamente ci rassicura alla scoperta del contenuto!
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Commenti
caro maurino
facevi a meno di guardarlo
e voglio vedere io quanto è lenta la scena dello tsunami!!
se non hai pazienza guardati un film di avventura
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