I due presidenti (The Special Relationship)
Titolo originale: The Special Relationship
USA, Gran Bretagna: 2010. Regia di: Richard Loncraine
Genere: Drammatico
Durata: 93'
Interpreti: Michael Sheen, Dennis Quaid, Helen McCrory, Hope Davis, Adam Godley, Mark Bazeley, Marc Rioufol, Kerry Shale, Demetri Goritsas, Nancy Crane, John Schwab, Lara Pulver, Chris Wilson, Robert Roman Ratajczak, Joe Golby, Mark Barrows, Roarke Alexander, Jefferson King, Simon O'Connell, Emily Robinson, Martyn Moore, Richard Walker, Adam Robinson, Robert Harrison O'Neil, Stewart Alexander, Michael Warren
Sito web ufficiale:
Sito web italiano: www.ivid.it/iduepresidenti
Nelle sale
dal: 10/12/2010
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Anna Maria Pelella
L'aggettivo ideale: Relazionale
Scarica il Pressbook del film
I due presidenti su Facebook
Storia vera dei rapporti tra Tony Blair e Bill Clinton dal 1994 al 2001, periodo durante il quale le nazioni capeggiate dai due uomini si trovarono a stretto contatto diplomatico e la cui coesione di intenti cambiò per sempre gli equilibri politici dell'epoca.
Tony Blair nel 1994 non era ancora primo ministro, ma ebbe modo di seguire i precetti dei consiglieri dell'allora presidente Clinton, al suo primo mandato. I consigli gli valsero l'elezione a primo ministro della Gran Bretagna, e il sodalizio tra i due uomini cambiò irreversibilmente il panorama politico di quegli anni.
Se è pur vero che Blair all'epoca dei fatti narrati era un giovane ambizioso che mirava a un sodalizio mai dichiarato con gli Stati Uniti, Clinton era l'uomo che più di ogni altro riuscì a influenzare il pensiero del giovane primo ministro e a creare le basi per avere una certa influenza nella politica europea.
Blair si fece eleggere parlando all'Europa, ma le sue intenzioni e suoi interessi politici miravano all'appoggio degli Stati Uniti, ottenuto grazie al suo personale rapporto con Clinton. Il racconto sottolinea la crescente simpatia tra i due uomini, i quali non hanno in realtà mai avuto un rapporto paritario.
Dapprima Blair è stato l'allievo del pensiero politico del collega americano, e successivamente ne ha superato la popolarità, scavalcandone gli intenti all'epoca delle tensioni nel Kosovo.
Terza sceneggiatura di Peter Morgan, dopo The Deal del 2003 e The Queen del 2006, incentrata sulla figura politca di Tony Blair, questo The Special Relationship racconta con passione e una certa dose di onestà una delle figure più ambigue del decennio trascorso. Blair ci viene raccontato come un giovane ambizioso, di idee progressiste, ma disposto a tutto pur di riuscire a fare quel che riteneva giusto. La sua forza è nel carattere deciso e nella volontà di lasciare un segno tangibile in un periodo di grosse tensioni internazionali che sfociarono poi nella seconda guerra del golfo.
Clinton gli fa da mentore e ci viene dipinto, con una leggera patina di humor britannico, come un grossolano personaggio, in parte succube della moglie e dei suoi appetiti sessuali, cosa questa che, agli occhi di un inglese, creerà non poche difficoltà di gestione dei rapporti interpersonali.
Clinton, al suo secondo mandato aveva i giorni contati e l'affare Lewinsky accelerò molto la sua caduta. Blair dapprima cercò di aiutare il presidente, ma poi, non senza un certo sollievo, si trovò a fare i conti con Bush, a cui dovette pagare i debiti politici contratti con l'amministrazione precedente. Clinton, ormai al traguardo, cercherà di mettere in guardia l'amico, ma l'ambizione e un pizzico dell'arroganza giovanile cresciuta a causa dell'approvazione internazionale, costringeranno Blair a un sodalizio che finì con i risultati disastrosi che tutti ricordano.
Nell'insieme la storia è fedele quanto basta a chiarire le possibili connessioni tra i due uomini, e le psicologie dietro le scelte che allora sembrarono ardite e per molti versi furono piuttosto decisive per gli anni successivi.
Clinton nel momento del declino appare meno arrogante di come lo ricordiamo e decisamente più umano di quanto apparisse in realtà. Mentre l'ingenuità idealista che permea il personaggio di Blair risulta francamente poco credibile, ma nel complesso la caratterizzazione spiega molte più cose di quelle che lascia cadere.
Un potente Michael Sheen, ormai a suo agio nei panni di Blair al punto tale da rappresentarlo sempre meglio a ogni film, resiste stoicamente al ritmo televisivo di una regia onesta, ma poco ispirata. Mentre Dennis Quaid ci sorprende non poco con una misurata e sofferta interpretazione, cui fa da contraltare la buona performance di Hope Davis, una convincente Hillary Clinton. Helen McCrory è ancora una volta Cherie Blair, come in The Queen, e come allora sottolinea abilmente l'intesa intellettuale e la comunione di vedute con il suo famoso marito.
Si tratta in ogni caso di un film interessante, se si sorvola sul fatto che è stato pensato per la televisione.
Le insinuazioni sottili insieme a una ricostruzione fedele ne fanno un documento prezioso per la comprensione degli eventi che seguirono quel periodo.
E l'inserimento nella narrazione dei filmati dell'epoca ci suggerisce, forse, che si mirava a uno sguardo esplicativo, per meglio comprendere un'epoca storica che ha visto il sorgere di molti più conflitti di quelli che è riuscita a sanare.
E purtroppo pare proprio che ci sia da lavorare ancora molto, per quel mondo di pace che i due uomini invocavano nei lontani anni novanta.
|