Il Curioso Caso di Benjamin Button
Titolo originale: The Curious Case of Benjamin Button
USA: 2008 Regia di: David Fincher Genere: Drammatico Durata: 159'
Interpreti: Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond,
Jason Flemyng, Taraji P. Henson, Lance E. Nichols, Elias Koteas, Faune
A. Chambers, Donna DuPlantier, Jacob Tolano, Ed Metzger, David Jensen,
Joeanna Sayler, Mahershalalhashbaz Ali, Fiona Hale
Sito web: www.benjaminbutton.com
Nelle sale dal: 13/02/2009
Voto: 9
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
Il giorno della fine della seconda guerra mondiale la moglie dell'industriale Thomas Button dà alla luce un bambino dall'aspetto di un novantenne. L'uomo lo abbandona davanti ad una casa per anziani ed il bimbo viene allevato da Queenie (Taraji P.Henson).
Benjamin (Brad Pitt) cresce, ma incredibilmente ringiovanisce mentre tutti coloro che lo circondano invecchiano. Conosce Daisy, la piccola nipote di un'anziana signora ospite della casa, e da quel momento nasce un rapporto d'amicizia che si tramuterà in amore.
Benjamin farà le sue esperienze, mentre Daisy (Cate Blanchett) diverrà ragazza e poi donna. I due si ameranno e vivranno insieme fino a quando le loro età smetteranno di coincidere prendendo strade diametralmente diverse.
"Il curioso caso di Benjamin Button" si ispira ad una storia fantastica dello scrittore F.Scott Fitzgerald. David Fincher lavora su una sceneggiatura che coglie in maniera eccezionale l'essenza dell'idea proposta, traducendo un estratto letterario in opera omnia cinematografica dal memorabile impatto emotivo e visivo.
Il progetto studiato da ben sei anni è entrato nel vivo solo nel 2008, potendo usufruire di nuove tecniche digitali fondamentali per mettere in scena la pregnante connotazione metafisica della vicenda. L'attore Brad Pitt, già protagonista di un thriller cult di Fincher, "Seven", si fa carico di tutto il potenziale vissuto di un personaggio non complicato ma eccezionalmente atipico, facendolo esprimere con straordinaria intensità nei suoi movimenti vegliardi ma progressivamente ottimizzabili. Benjamin è figlio di un trucco digitale che ha costruito il volto di Brad Pitt adattandolo al ritmo giocoso di un'età assurda che si fa beffe di ogni regola fisica. L'analisi così impostata tocca aspetti esclusivamente estetici, mentre il contenuto elevato e mostrato al pubblico è concettualmente tutt'altra cosa.
La storia inizia con la metafora visiva dell'orologiaio cieco che perde il figlio partito per la guerra. Costui costruisce un orologio che scandisce le ore andando a ritroso, motivando la sua eccentrica idea con la speranza, ovviamente solo idealizzata, che i caduti possano così tornare alle loro famiglie.
Questo prologo è un'introduzione simbolica dalla quale tutto può avere inizio: ogni aspetto contenutistico e strutturale prende avvio con una regia ovattata che riflette la forza di un ricordo, di una scritta indelebile in momenti scolpiti nell'eternità. Benjamin vive la sua infanzia con un corpo stanco e consumato che non riflette la sua conoscenza e la sua esperienza, è un bambino intrappolato in una manifestazione fisica della vecchiaia.
La senilità che lo circonda non è interiorità, il disagio del personaggio è intuibile per la sua consapevolezza di essere diverso.
Tale evidenza non va, tuttavia, a costituire motivo di emarginazione sociale, perchè il protagonista si inserisce alla perfezione nel contesto dell'esistenza assaporandola poco a poco.
La sua vita a ritroso non lo rende nè un menomato nè un superdotato, Benjamin è interiormente normale e sufficientemente coraggioso per non nascondersi agli occhi della gente stupita.
Il vero miracolo risiede nella sua capacità di ringiovanire, rinvigorendosi nel tempo, ma tale potere non esuola da una sofferenza causata dall'ombra della morte, non la sua ma quella dei suoi cari.
Il caso costituito da Benjamin non si configura come un fantastico viaggio nella fantasia, bensì diviene occasione per leggere le sfumature di un sentimento forte e duraturo, ma non eterno, l'amore. Senza banalità superflue quali lacrime, struggimenti e grida plateali, ha luogo nella parabola temporale di Fincher una storia che lega due persone, Benjamin e Daisy, i quali si ritrovano per così dire "nel mezzo della loro esistenza" per condividere un'età destinata a tenerli uniti per poco.
Cate Blanchett, personaggio e narratrice allo stesso tempo, è suscettibile di un trucco assai diverso da quello del collega, ma la sua capacità recitativa smuove le ordinarie abilità infondendo un'intensità drammatica incredibile.
Cosa non meno importante, Daisy racconta la storia del suo Benjamin attraverso un diario letto dalla figlia, in una stanza di ospedale nella quale si trova in punto di morte mentre fuori infuria un uragano.
L'ambiente del crepuscolo, freddo e artificiale, si contrappone alle calde atmosfere delle avventure di Benjamin, che si muove entro scenari soffusi saturi d'antico e nostalgico passato.
L'evidente prolissità del film è condizione essenziale affinchè la storia possa evolversi, maturare e sublimare. David Fincher firma il suo personale capolavoro con un ricercato connubio di elementi filmici e profilmici affascinanti, valevole tredici nominations all'Oscar, la maggior parte delle quali saranno poi premi effettivi.
La storia di Benjamin rappresenta con la sua toccante poetica visiva un nuovo modo di far cinema, e soprattutto un nuovo modo di raccontare.
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