Il falsario
Titolo originale: Die Fälscher
Germania: 2007. Regia di: Stefan Ruzowitzky Genere: Drammatico Durata: 98'
Interpreti: Karl Markovics, August Diehl, Devid Striesow, Martin Brambach, August Zirner, Veit Stübner, Lenn Kudrjawizki, Werner Daehn
Sito web: www.filmladen.at/faelscher
Nelle sale dal: 01/02/2008
Voto: 7
Recensione di: Wanda Castelnuovo
"Il falsario" è un personaggio reale come lo è l’"Operazione Bernard" messa in atto dai nazisti nel 1942 allo scopo di produrre sterline e dollari falsi principalmente per destabilizzare le economie nemiche.
Nel campo di concentramento di Sachsenhausen due segretissime baracche (18 e 19) vengono adibite a laboratorio di contraffazione in cui un gruppo selezionato di prigionieri ebrei altamente specializzati (tipografi, pittori, rilegatori, artigiani, banchieri e funzionari) è costretto suo malgrado, come dimostrano i numerosi tentativi di boicottaggio, a un’intensa attività di falsificazione in cambio di condizioni più miti di prigionia, anche se con la quasi certezza di essere destinato a morire data la delicatezza e la segretezza dell’operazione in atto.
Nel 1944 da Mauthausen arriva nella “gabbia di lusso” Salomon Sorowitsch, detto “Sally” (interpretato dallo straordinario Karl Markovics con un’identificazione perfetta), abilissimo falsario - il re dei falsari della sua epoca - e giocatore d’azzardo, ebreo russo nonché pittore di ottima mano, ma di scarsa attività e "tombeur de femmes", a suo tempo fatto prigioniero da Herzog, ora comandante del campo. Splendida la regia di Stefan Ruzowitzky capace di coinvolgere senza stancare grazie a un ritmo sostenuto, ma mai eccessivo, che, pur tenendo lo spettatore sul filo di una lama, gli permette di leggere le psicologie dei personaggi come in un libro ben scritto. Approfondito il lavoro preparatorio compiuto dal regista che ha cercato e individuato, invitandoli poi sul set del film, gli ultimi sopravvissuti della vicenda: i due novantenni Plapper e Burger, autore quest’ultimo del libro "The Devil's Workshop" ("L'officina del diavolo") da cui Ruzowitzky ha tratto la sceneggiatura.
Un ottimo film anche se sviluppa in modo originale temi secondo alcuni triti, una pellicola, realizzata con l’intenzione di costituire un deterrente nei confronti del preoccupante rigurgito di populismo di destra in Austria e non solo, che avvince suscitando curiosità e interessa senza stancare o tediare, pur evidenziando continuamente problemi e dilemmi morali, con un finale da confrontare con quello che è stato in realtà.
Un’occasione importante per conoscere e capire fatti ed episodi dell’Olocausto di cui si sa in modo inversamente proporzionale a quanto se ne parla.
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