Il gioiellino
Titolo originale: Il gioiellino
Italia, Francia: 2011. Regia di: Andrea Molaioli
Genere: Drammatico
Durata: 110'
Interpreti: Toni Servillo, Sarah Felberbaum, Remo Girone, Walter
DeForest, Brett McClelland, Renato Carpentieri, Fausto Maria Sciarappa,
Lino Guanciale, Gianna Paola Scaffidi, Lisa Galantini, Vanessa
Compagnucci
Sito web ufficiale: www.corriere.it/ilgioiellino
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 04/03/2011
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Indagatore
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Nel 2007 il regista Andrea Molaioli esordisce alla regia cinematografica con “La ragazza del Lago”, diventato in poco tempo un film seguitissimo da pubblico e critica e ricevendo numerosi premi.
Se in quell’occasione Molaioli ha raccontato una storia di cronaca nera, con “Il Gioiellino” racconta una storia d’attualità e di cronaca, in cui i protagonisti sebbene in modo differente commettono dei crimini a danno della comunità.
Amanzio Rastelli porta l’azienda di famiglia a livelli inaspettati, dopo averla trasformata in una grande azienda casearia e insieme agro-alimentare. Ogni volta che si trova di fronte a un qualche problema finanziario Rastelli, consigliato dal suo più stretto e fedele collaboratore, il Ragioniere Ernesto Botta, mette in atto una soluzione su misura: prima compra le quote della sorella e cerca finanziamenti all’estero, poi quota l’azienda in Borsa, ma col tempo queste soluzioni non bastano e il buco finanziario diventa una voragine, tanto da spingere Rastelli e Botta a inventarsi i soldi che non hanno.
Il film si ispira al caso Parmalat e ad altri crac finanziari verificatisi negli ultimi anni, non facendo solo una radiografia dei fatti nel suo susseguirsi, ma andando oltre. Il regista e gli sceneggiatori, nella ricerca della chiave drammaturgica, hanno voluto soffermarsi sui personaggi, sulla loro umanità, indagare su cosa li spinge a un determinato comportamento e in cosa credono. Mostrano il loro professarsi portatori di valori sani, per poi essere i primi a non osservarli, hanno evidenziato la loro contraddizione rispetto a ciò che dicono e ciò che fanno, mettendo in evidenza così una netta scissione tra le due cose, che raffigura un carattere nazionale molto presente oggi.
“Il Gioiellino” parla di tutte quelle aziende che con le loro strategie creative e il falso in bilancio hanno truffato migliaia di risparmiatori. L’intento è stato quello di raccontare un fenomeno: “di come può funzionare una certa situazione” – ha dichiarato Molaioli.
Il film ha il suo arresto un momento prima che la crisi si palesi ai risparmiatori. Questa scelta è dovuta al punto di vista che si è deciso di raccontare, il regista ha scelto di “rimanere dentro le stanze dei bottoni, il mondo esterno fa solo delle comparsate, i risparmiatori di fatto non sono mai entrati in quelle stanze”.
È dentro quelle stanze che si sono organizzate delle strategie, che sono andate oltre i limiti dell’accettabile, per salvare un’azienda a dispetto di tutto e tutti, non pensando minimamente alle persone, avendo davanti agli occhi solo freddi e sterili numeri. Dietro quei numeri c’erano degli individui, che hanno messo i propri risparmi nelle mani di un’azienda che dava fiducia.
Il film mette in evidenza la fiducia che si ha nel proprio datore di lavoro, e di conseguenza nell’azienda e nel lavoro che si svolge, ma quando questo viene a mancare, c’è chi si sente defraudato della propria anima e non regge il peso, come accade a uno dei personaggi.
Un aspetto che salta agli occhi è la considerazione della figura femminile. In un ambiente strettamente maschile, la donna non viene considerata all’altezza di partecipare “al gioco”, così Laura Aliprandi, nipote di Rastelli, viene affiancata al Ragioniere, per un accordo del presidente con la sorella, non per merito e se anche dimostra a Botta di saperci fare, dopo poco viene mandata altrove. La moglie di Rastelli non sa nulla di ciò che accade al marito sul lavoro, che non la rende partecipe, raffigura solo il focolare domestico.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico la fotografia ha creato un’atmosfera confacente al trascorrere del tempo, di un periodo che va dagli anni ’90 ad oggi, ispirandosi a un certo cinema degli anni ’70. Della colonna sonora se n’è occupato Teho Teardo, utilizzando molto gli archi: violoncello viola e violino della Sala da Musica della Città di Budapest, che contribuisce alla riuscita del film.
“Il Gioiellino” riesce fin da subito a catturare l’attenzione, dà un quadro preciso degli eventi senza giudicare, soffermandosi su quegli esseri umani troppo presi da se stessi per accorgersi degli altri.
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