Il padre e lo straniero
Titolo originale: Il padre e lo straniero
Italia: 2010. Regia di: Ricky Tognazzi
Genere: Drammatico
Durata: 110'
Interpreti: Alessandro Gassman, Amr waked, Ksenia Rappoport, Leo Gullotta, Nadine Labaki, Emanuele Salce, Lavinia Biagi, Emidio La Vella, Claudio Spadaro, Mohamed Zouaoui, Leonardo Della Bianca, Ilary Branco, Zohra Mouj, Widad Bouhya, Giuseppe Manfridi, Matteo Azchirvani, Adel Benmohamed Bakri, Cesare Tiriolo, Andrea Pirolli, Lia Gotti
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Nelle sale
dal: 18/02/2011
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Malinconico
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Tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, Il padre e lo straniero è un film intenso e commovente, che parla principalmente di amicizia.
Molti sono in realtà i temi affrontati nel corso della narrazione: dal dolore legato all’avere un figlio disabile, al rapporto di coppia che a volte si logora proprio a causa di questa condizione, fino alla diversità dell’ ”altro” - spesso, soprattutto nel post 11 settembre - visto come pericoloso.
Il film racconta l’amicizia tra Diego, un ministeriale che conduce una vita apparentemente piatta -divisa tra le cure del figlio disabile e la moglie che si è annullata per occuparsi del bambino - e Walid, un misterioso arabo, anch’egli padre di un bambino affetto da un grave disturbo psicomotorio.
Diego non ha una vita e Walid gliela fa assaporare nuovamente, portandolo in giro per le strade di una Roma nascosta in cui passano da hammam fumosi a locali equivoci con danza del ventre.
Una toccata e fuga in Siria, il paese di origine di Walid e poi, il nulla. Walid scompare e con lui il piccolo Yusef. Ed ecco che per Diego inizia una ricerca e una sfida contro se stesso, contro le autorità ed anche contro il buon senso. Perché in nome dell’amicizia si è pronti a tutto.
Il romanzo di De Cataldo, come ha spiegato Simona Izzo, sceneggiatrice del film, è dolorosamente autobiografico: i tre attori, Alessandro Gassman, Amr Waked e Ksenia Rappoport, hanno incontrato personalmente l’autore e sua moglie e ne hanno colto il coraggio e la forza, riproponendoli nel film di Ricky Tognazzi. Molto bravi gli interpreti e molto intense le rispettive performance: Amr Waked, che in Egitto è un’icona del cinema, ha saputo rendere con grande spessore la figura dell’arabo indecifrabile e al tempo stesso del padre amorevole e addolorato.
Molto intense a questo proposito la scena della doccia - momento in cui Diego riscopre il suo essere padre e supera la paura e la soggezione nei confronti di suo figlio Giacomino - e quella nel deserto da cui si vede il tramonto più bello, e dove Walid vuole costruire la casa per Yusef.
Alcuni momenti risultano poco plausibili, vedi la partenza improvvisa per la Siria su un jet privato o la figura del capo dei servizi di sicurezza, interpretato da un glaciale, e bravissimo, Leo Gullotta.
In un film in cui “nessuno è chi dice di essere”, Diego compie il suo percorso personale alla ricerca di sé, alla ricerca di Walid e dell’amicizia per quell’uomo, quello straniero da cui è stato messo in guardia ma che gli ha dato tanto.
Splendida la colonna sonora composta per lo più da brani malinconici e commoventi e da una bellissima canzone araba.
Il tema dell’incontro tra “due culture tanto lontane ma in realtà tanto simili”, come ha affermato Alessandro Gassman, è molto forte e con questo film, si spera che apra le menti di quanti ancora temono l’altro, il diverso, lo straniero.
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