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Il responsabile delle risorse umane PDF Stampa E-mail
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Scritto da Domenico Astuti   
venerdì 10 dicembre 2010

Il responsabile delle risorse umane
Titolo originale: The Human Resources Manager
Israele, Germania, Francia: 2010. Regia di: Eran Riklis Genere: Drammatico Durata: 103'
Interpreti: Mark Ivanir, Guri Alfi, Noah Silver, Rozina Cambos, Julian Negulesco, Bogdan Stanoevitch, Gila Almagor, Reymond Amsalem, Rosina Kambus, Yigal Sade, Bogdan E. Stanoevitch, Irina Petrescu, Papil Panduru, Sylwia Drori, Roni Koren, Danna Semo, Ofir Weil
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 03/12/2010
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Quasi perfetto
Scarica il Pressbook del film
Il responsabile delle risorse umane su Facebook

Il responsabile delle risorse umaneRiklis è un regista israeliano cresciuto tra gli Stati Uniti, Canada e Brasile, ha diretto già quattordici pellicole tra televisione e cinema, e i suoi film più recenti sono dei piccoli gioielli riconosciuti sia dal pubblico che dalla critica di tutto il mondo. E' forse il migliore regista israeliano contemporaneo.
Tra i suoi film possiamo ricordare quello d'esordio "B'Yom Bahir Ro'im et Dameshek " ( On a clear day you can see Damascus ) del 1984, poi sono da segnalare " Finale di partita " del 1992, presentato al Festival di Venezia e a quello di Berlino, " Zohar ", il più grande successo del cinema israeliano, il rigoroso " La sposa siriana " del 2004, in cui si parlano cinque lingue diverse: ( arabo, inglese, ebraico, russo e francese ), e vincitore di ben 18 premi internazionali.

Il suo penultimo film è stato il lirico " Il giardino di limoni " che ha vinto il premio del pubblico al Festival di Berlino. Oggi nelle sale è giunto " Il responsabile delle risorse umane " tratto dall'omonimo romanzo di Abraham B. Yehoshua, della cosiddetta Israeli New Wave e forse il miglior scrittore israeliano, ed è candidato all'Oscar come miglior film straniero. E' un film più disincantato e acquiescente con la realtà del precedente, una storia costruita perfettamente, originale, forte, così " semplice " da sembrare semplice.
Coinvolgente e mai banale. Con una fotografia perfetta che non si sovrappone alla storia e si ascrive per sottrazione, con un montaggio splendido che è quasi una seconda regia, con una regia al servizio della storia senza alcun eccesso o formalismo, con un gruppo d'attori dalle facce vere e forti che si possono ormai trovare solo nei sud del mondo.

Insomma un ottimo film fuori dall'omologazione generale, una storia profondamente umana in cui tutti i personaggi - nel corso di un viaggio inaspettato - imparano a comprendere la profondità e la durezza della vita e forse un po' se stessi, e forse le loro vite cambiano in meglio. Il responsabile delle risorse umane di un panificio israeliano mentre sta per andarsene a casa viene informato dalla sua datrice di lavoro che una loro dipendente, Yulia, è morta al mercato durante un attacco terrorista; deve scoprire chi sia la donna e preparare una lettera per un giornale che il giorno dopo pubblicherà un articolo sull'insensibilità dell'azienda nei confronti della donna che è all''obitorio da una settimana.
L'uomo stanco, indifferente, con grossi problemi familiari per cui è costretto a dormire in albergo deve affrontare l'emergenza. Scoprirà che la donna era un'umile lavoratrice romena di cui non sapeva nulla e gli tocca - anche a causa del giornale che lo accusa di indifferenza e cinismo - per evitare problemi all'azienda di riportare la salma della dipendente nel paese d'origine e consegnarla ai familiari.

Un viaggio in Romania semplice e breve: un volo con il feretro, una donazione in denaro ai familiari, e subito via.
Ma appena giunge in Romania, tutto si complica, il marito è divorziato dalla donna, il figlio minorenne vive per strada e l'unica che può accettare il corpo è la vecchia madre che però vive in un paesino sperduto a mille chilometri da Bucarest.
Il dramma si trasforma in commedia e il protagonista viene coinvolto in un viaggio folle e imprevedibile popolato da personaggi fuori dal mondo. E' costretto a portare la bara con la donna assieme al figlio di lei, a un giornalista israeliano infantile e rompicoglioni, al marito della console e a un autista ubriacone, prima in un furgoncino e poi da solo in un carro armato trovato sulla strada innevata e bloccata dal freddo.
Un viaggio in luoghi sconosciuti, fuori dal mondo, che diventa un on the road strambo e faticoso ma allo stesso tempo è come una purificazione, un'espiazione che gli farà trovare quell'umanità e quel desiderio di vivere che aveva perso.
Da segnalare l'ottima prova del protagonista, Mark Ivanir, ma sono tutti bravi gli attori.

 
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