Into the Wild
Titolo originale: Into the Wild
Titolo internazionale: Lust, Caution
USA: 2007. Regia di: Sean Penn Genere: Drammatico Durata: 148'
Interpreti: Emile Hirsch, Vince Vaughn, Kristen Stewart, William Hurt, Marcia Gay Harden, Katherine Keener, Hal Holbrook
Sito web: www.//intothewild.com
Nelle sale dal: 25/01/2008
Voto: 7
Recensione di: Ciro Andreotti
Nel 1992, dopo essersi laureato all’Emory college di Atlanta, Chris McCandless, figlio di un’agiata famiglia della west-coast, decise di abbandonare la sua vita scandita da impegni e successi accademici per vagabondare alla ricerca di se stesso. Ribattezzatosi Alexander Supertramp, e dopo aver fatto perdere le proprie tracce, dopo due anni di peregrinazioni raggiungerà la sua destinazione finale: “L’Alaska” ………
La ricerca della verità, per quanto difficile e dura da accettare era per Chris McCandless ben più’ di una semplice morale letta fra le pieghe di uno dei suoi libri. Nel frattempo due anni di vagabondaggio arrancando per poter raggiungere il nirvana della solitudine, la stessa raggiunta e documentata da Thoureau nel suo più celebre romanzo: “Walden ovvero vita nei boschi". “Perdersi per ritrovarsi ….” questo il messaggio veicolato dall’ultimo film di Sean Penn, gravemente snobbato all’ultima notte degli Oscar ma non certo al botteghino, grazie a una numerosissima affluenza di pubblico. La vita di un ragazzo agiato e colto che solamente attraverso i classici della letteratura riuscì a placare un vuoto interiore altrimenti incolmabile.
Fra gli autori prediletti da Alexander McCandless; Henry David Thoureau, già incensato da Robin Williams nel corso dell’”Attimo Fuggente” di Peter Weir; ma anche Jack London autore di “Zanna Bianca” e del “ Il richiamo della foresta”. Entrambi autori di classici che nella mente del giovane McCandless divennero dispensatori di consigli e mentori di uno stile di vita molto differente rispetto a quello che la sua famiglia avrebbe anelato per lui.
Penn, partendo dal romanzo scritto dal giornalista, per diletto; e alpinista, per professione, John Krakauer; e dopo aver lottato per oltre dieci anni con i genitori di McCandless, per poter portare sul grande schermo la storia di Chris. E’ riuscito nel non facile compito di restituire una dignità e una maggiore profondità alla figura di un ragazzo che da molti è stato osservato con grande ammirazione e da altri tacciato di una grave serie di imprudenze. Nel mezzo una storia struggente, ripercorsa attraverso i ricordi e le testimonianze delle persone che nel corso dei due anni di vagabondaggio di Alex supertramp hanno avuto occasione di incontrarlo, parlargli e capirne, o cercare di capirne, le intenzioni e i sentimenti.
Una pellicola accompagnata da una splendida fotografia e da un altrettanto splendida
colonna sonora composta da Eddie Vedder che per l’occasione ha accantonato i panni di leader dei Pearl Jam e ha scelto di creare una serie di brani esclusivamente acustici. Sullo sfondo le movenze di Emile Hirsc, le cui variazioni di peso necessarie a sottolineare la vita fatta di stenti di McCandless, e un’interpretazione mirata a enfatizzare le idee molto radicali del ragazzo, ne hanno velocemente proiettato le azioni nel jet set della mecca di Hollywood. Il contorno è una sfilata di situazioni e personaggi, questi ultimi interpretati da un nugolo di ottimi caratteristi fra cui è difficile non notare l’attore e produttore cinematografico Vince Vaughn.
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