Kinsey
Titolo originale: Kinsey
USA: 2004 Regia di:Bill Condon Genere: Drammatico Durata: 118'
Interpreti: Liam Neeson, Laura Linney, Chris O'Donnell, Peter Sarsgaard, Timothy Hutton, John Lithgow, Tim Curry, Oliver Platt, Dylan Baker, Julianne Nicholson, William Sadler, John McMartin, Veronica Cartwright, Kathleen Chalfant, Heather Goldenhersh, John Krasinski.
Sito web:
Nelle sale dal: 2004
Voto: 6.5
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
Secondo dopoguerra. Il biologo Alfred Kinsey (Liam Neeson) conduce degli studi sul comportamento sessuale degli americani e pubblica un importante trattato che sconvolge la cultura puritana dell'epoca, riscuotendo successo ma anche dure polemiche.
Insieme allo studioso Alfred Kinsey si entra in un universo incredibilmente accomunante, recante in sè numerosissime variabili personali e soggettive. Preparando un percorso prettamente scientifico orientato inizialmente verso la pura osservazione del fenomeno, il biologo al centro della vicenda narra una storia che ha come suo principio la catalogazione di insetti, lavoro meticoloso e richiedente anni di sacrificio.
Con tale premessa, Kinsey si evolve conquistando un mondo, o meglio un sistema, in cui inibizioni, ipocrisie e facili sdegni sembravano regnare senza opposizione alcuna. La società nel corso della storia si è evoluta molto lentamente a livello sessuale, non per quanto riguarda l'atto pratico quanto il parlarne. Lo studioso conduce negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale uno studio statistico sulle abitudini sessuali degli americani, percorrendo molteplici campi contraddistinti innanzitutto dalla natura stessa del sesso: ecco che termini come omosessualità, eterosessualità e promiscuità vengono da Kinsey seriamente introdotti nel lessico comune rendendoli assolutamente normali. Comportamenti ritenuti sconvenienti o perversi vengono pian piano superati e liberati dall'accusa di depravazione originata dalla discussione su di essi.
Il film inizia con delle domande rivolte da giovani allievi a Kinsey, atte a scoprire il passato sessuale dello studioso: un'ottima occasione per Condon di inserire dei flashback significativi sulla sua adolescenza e conflittualità nei confronti del padre, predicatore protestante pudico ma ipocrita.
Questi occupano una parte breve ma rilevante della vicenda, da qui si parte con lo studio vero e proprio, tenendo costantemente aperta una finestra sugli episodi personali di Kinsey, e con essi si intendono i suoi rapporti con la moglie, le sue vedute anticonformiste, gli entusiasmi e le delusioni.
Con notevole lungimiranza allarga il suo discorso all'intera nazione, coinvolgendo persone di ogni età ed estrazione sociale, facendo emergere dalle sue rilevazioni casi esclusivi e vizi insoliti, considerati tuttavia non come devianze oscene ma come caratteri conformanti la natura e gli istinti umani, pervenendo al risultato che l'uomo è un animale con precise pulsioni sessuali non da inibire ma da appagare.
La sua visione dell'universo sessuale provoca dissensi e polemiche in più ambiti, ma scuote alcune obsolete concezioni bigotte rivoluzionando il modo di concepire l'intimità dell'individuo.
Il merito del film di Condon è quello di parlare liberamente, con voci, immagini e suoni che richiamano direttamente all'atto copulativo ma senza velleità e volgarità di alcun genere.
Padri, madri e figli sono esortati da Kinsey a elevare il sesso ad argomento fondante in una cultura e in una società progredite anche e soprattutto grazie all'istinto del piacere e della procreazione.
Il pensiero del celebre sessuologo resta di straordinaria attualità e non vuol porre l'attenzione su comportamenti che oggi vengono giustamente ritenuti ovvi e scontati, ma su quegli atteggiamenti che ancora, anacronisticamente, si rivelano ostili alla libera interpretazione del sesso lecito.
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