La guerra di Charlie Wilson
Titolo originale: Charlie Wilson's War
USA: 2007. Regia di: Mike Nichols Genere: Drammatico Durata: 107'
Interpreti: Tom Hanks, Philip Seymour Hoffman, Julia Roberts, Om Puri, Shiri Appleby, Amy Adams, Audrey Alison, Erick Avari, Ned Beatty, Nazanin Boniadi, Kara Clem, Dorothy Macdonald, Rachel Nichols
Sito web: www.charliewilsonswar.net
Nelle sale dal: 08/02/2008
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
"La sconfitta e il crollo dell'impero sovietico,culminato con la caduta del muro di Berlino,è uno dei più grandi eventi della storia mondiale.
Ci sono stati molti eroi in questa battaglia,ma a Charlie Wilson spetta un riconoscimento speciale."
Le immagini in apertura de "La guerra di Wilson",ci danno l'occasione di stringere la mano al deputato Wilson,(Tom Hanks),figura reale della politica estera degli Stati Uniti,coinvolti nell'impeachment afghanistano della fine degli anni '80.
Il suo personaggio è presto presentato:si muove perfettamente a suo agio nella dimensione mondana,fra donne,alcool ed altri recuperi,ma non perde di vista l'immagine del suo Paese,trascinato in una situazione di conflitto mediorientale,molto scomoda,sui seggi della politica mondiale.
Quando sul palcoscenico irrompe il tycoon Julia Roberts,nei panni della ricchissima e molto anticomunista Sig.ra Joanne Herring,maccartista profondamente coinvolta nella difesa dell'ala fortemente conservatrice americana,la commedia,dal salato gusto sociopolitico,acquista equilibrio e trova la sua completezza con la presentazione dell'istrionico Philip Seymour Hoffman,candidato all'Oscar,nei panni del burbero e scomodo agente della CIA Gust Avrakotos.
Triangolo scale,questo,ma nell'irrequietezza della reciproca posizione,i tre vertici raggiungono il loro scopo,nell'impresa di rivisitare la posizione russa nella geografia caucasica di quegli anni.
Teatrale e con pochi termini in mezzo,la bella scena che vede l'incontro tra il senatore e l'affascinante ereditiera,ove questa,con efficace dialettica e suadente premessa,avvinghia Wilson portandolo a suppotare i mujaheddin,(i "guerrieri santi") in Afghanistan,finanziandoli con lo scopo di cacciare il nemico sovietico dalle loro terre,il tutto senza tirare in ballo Washington.
Neppure passano,davvero,senza lasciare impronta,la sequenze che vedono il confronto fra Seymour e il suo superiore,al Quartier Generale di Langley,Virginia.
I personaggi sono presentati e pennellati subito,con l'acume e la genialità di Mike Nichols uomo dal multiforme ingegno capacissimo di regalare capolavori al passo coi tempi e mai dimenticati ("Chi ha paura di Virginia Wolf?" (1966),nomination all'Oscar,"Il laureato"(1967),premio Oscar miglior regia,"Conoscenza
carnale" (1971),"Closer" (2005)".
Dipinti i tratti dei protagonisti,la storia ha il consenso di modellarsi sui connotati caratteriali dei personaggi,creando una trama di natura storicamente reale,ma conformata a fattura di brillante commedia,dalle fattezze di una fancy-political-spy story.
Nonostante la pellicola sia stata recensita pressochè positivamente dalla critica americana,alcuni aspetti del film sono stati oggetto di controversie,sotto la prospettiva politica.
Da alcuni contestato per aver dato la fasulla immagine di un'operazione firmata CIA che possa aver portato alla tragedia dell'11 settembre,il film viene difeso da un'altra ala,Reaganiana,che lo considera come un'ottimo insegnamento sulla vittoria della guerra fredda americana:gli sforzi condotti da Reagan per supportare i liberi combattenti contro l'oppressione russa,hanno portato alla grande sconfitta militare dell'Unione Sovietica in Afghnistan.
George Crile,autore del libro "Charlie Wilson's War",al quale si è ispirato il film,commenta che la vittoria in Afghanistn,ha aperto un vuoto per Bin Laden.
"Alla fine del 1993,in Afghanistan,non c'erano strade,nè scuole,solo un Paese distrutto,e gli Stati Uniti si lavavano le mani da ogni responsabilità.
E' stato in questo vuoto,che Bin Laden si è introdotto ed è emerso come figura dominante.
E' ironico,che un uomo,che nulla ha a che vedere con la vittoria sull'Armata Rossa,possa arrivare a personificare la jihad...".
Alla fine,vedremo uno spettacolo ben confezionato,sornione ed impertinente,che ci pone,su un unico scenario, realtà di Stato e sfacciatagine,in luce furbesca,ma senza omettere gli aspetti tragici di una guerra d'occupazione.
Aaron Sorkin,non di meno,sceneggia brillantemente politica e mondanità,commedia e satira di governo,borghesia e costume sociale,in uno stralcio di Storia d'America.
Tom Hanks sembra portato a forza nei panni di Wilson,ma si fa presto a capire che l'attore ha troppe frecce al proprio arco per cadere nella trappola di una parte poco credibile.
Se si chiude un occhio,nella versione originale, su un
accento troppo scandito e misurato,per essere di un texano,Wilson è il politico gigione ritagliato su misura da Hanks. Julia Roberts,stracolma di enfasi, regala classe,fascino e feminilità a piene mani,queste,tutte inanellate.
Seymour si candida all'Oscar,e se lo sarebbe tutto meritato,visto che vale la pena di rivedersi più volte diverse scene,solo per vederlo lavorare.
|