La prima linea
Titolo originale: La prima linea
Italia: 2009 Regia di: Renato De Maria Genere:
Drammatico Durata: 96'
Interpreti: Riccardo Scamarcio, Giovanna Mezzogiorno, Fabrizio
Rongione, Duccio Camerini, Lino Guanciale,Dario Aita, Michele Alhaique,
Jacopo Maria Bicocchi, Piero Cardano, Francesca Cuttica, Awa Ly, Lucia
Mascino, Daniela Tusa
Sito web: www.luckyred.it/laprimalinea
Nelle sale dal: 20/11/2009
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Mauro Missimi
L'aggettivo ideale: Incompleto
Ci sono dei film che fin dalla loro nascita sono accompagnati da una scia di polemiche e malumori, spesso preventivi.
Tanto è che è stata fatta la scelta di presentarlo al Festival del cinema di Toronto piuttosto che alla rassegna Veneziana proprio per non alimentare ulteriori discussioni.
E La Prima Linea è uno di quelli.
Ma spesso è più produttivo andare al sodo e parlare del film piuttosto che perdersi in polemiche fini a se stesse.
E il film di Renato DeMaria tutto sommato non è un brutto film, anche se ha delle lacune molto marcate specialmente per quel che riguarda il background socio-politico in cui nei terribili Anni di Piombo operava appunto PL.
Lacuna che lo stesso regista ammette: ma voluta, perchè lo scopo era quella di raccontare la "fase crepuscolare" di questo movimento, senza entrare nello specifico dei perchè, dei rapporti con gli operai, delle ideologie che muovevano questi terroristi.
La domanda è se effettivamente è possibile dissociare un contesto così forte dalla storia che senza tale contesto sarebbe (è!!) abbastanza sterile: la storia d'amore tra Sergio ( Riccardo Scamarcio ) e Susanna ( Giovanna Mezzogiorno ) che fa da sfondo agli eventi del film ha senso solo in quanto facente parte di un'ottica di distacco e separazione, da se stessi e dal mondo "normale" che si può capire solo se inserita in un discorso più ampio di ideologie da far valere.
E tutto questo nel film manca.
Le scelte registiche sono tuttavia molto azzeccate: filo conduttore è la giornata dell'incredibile evasione dal carcere di Rovigo di Susanna e altre tre militanti, fatte uscire da Sergio e altri amici, in cui si incastrano tre fasce narrative con montaggio alternato.
La regia è pulita, silenziosa, quasi ossequiosa, senza particolari fronzoli ( che sarebbero stati oltremodo fuori luogo ), cadenzata da un montaggio ben ritmato che accompagna lo spettatore verso l'inesorabile conclusione.
Gli attori mettono in mostra ancora una volta tutte le loro doti interpretative riuscendo ad imprimere nei personaggi quel senso di alienazione ed estraneamento totale dalla realtà grazie all'uso continuo di una espressività assente e priva di sentimenti.
Manca purtroppo una presa di posizione forte, il coraggio di andare in fondo a dei temi importanti che invece rimangono a galla nella mente dello spettatore; la mancanza di una riflessione forte e approfondita sul perchè e sul significato di quei terribili 20 anni di "guerra civile" anche se è da applaudire la scelta comunque di raccontare un argomento quasi dimenticato dalla filmografia italiana se si esclude il Bellocchio di Buongiorno Notte, quello del terrorismo di massa, dove migliaia di persone arrivarono a prendere materialmente le armi in mano in nome di una ideologia sempre opinabile.
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