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La solitudine dei numeri primi PDF Stampa E-mail
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Scritto da Mirko Di Nella   
venerdì 15 ottobre 2010

La solitudine dei numeri primi
Titolo originale: La solitudine dei numeri primi
Italia, Francia, Germania: 2010. Regia di: Saverio Costanzo Genere: Drammatico Durata: 118'
Interpreti: Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri, Vittorio Lomartire, Aurora Ruffino, Giorgia Pizzo, Isabella Rossellini, Maurizio Donadoni, Roberto Sbaratto, Giorgia Senesi, Filippo Timi, Giorgia Pizzio
Sito web ufficiale: www.repubblica.it/lasolitudinedeinumeriprimi
Sito web italiano: 
Nelle sale dal: 10/09/2010
Voto: 5,5
Trailer
Recensione di: Mirko Di Nella
L'aggettivo ideale: Coraggioso
Scarica il Pressbook del film
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La solitudine dei numeri primiAlice e Mattia, due coetanei le cui esperienze tragiche vissute nell'infanzia producono un trauma che non li abbandonerà mai, influenzando in modo pesante e permanente le loro vite.
Potrebbero amarsi, si sfiorano e si separano. Non consentono a se stessi di ritrovarsi ed insieme concedersi ciò che si sono sempre vietati ed inflitti. Come due numeri primi sono divisibili solo per uno o per se stessi e quindi destinati alla solitudine.

Saverio Costanzo  (“Private” / “In memoria di me”) porta in concorso a Venezia l'attesa trasposizione cinematografica del celebre romanzo d'esordio di Paolo Giordano (che partecipa alla sceneggiatura) - caso letterario del 2008 con più di un milione di copie vendute, nonché premio Strega e Campiello - ma sin da subito se ne discosta dalle atmosfere e nella materia portante, destrutturandolo a partire dalla linearità narrativa che si alterna con continui salti temporali incentrati su tre periodi fondamentali delle vite grevi di Alice e Mattia.

La cifra stilistica adottata da Costanzo è netta e coraggiosa, una vicenda sentimentale tinteggiata di horror che s'innesta sin dalle prime battute - evidenziata da una colonna sonora curata da Mike Patton e sottolineata con  una grafica ridondante - che sembra alludere a certe tensioni tipiche dei film di Dario Argento. Lo sguardo del regista si concentra sui corpi, deturpati e feriti, che mutano e e si plasmano in base al loro dolore, assurgendoli a veri protagonisti della vicenda, interpretati da una stupefacente Alba Rohrwacher e la sorpresa Luca Marinelli  che imprimono sui loro corpi le fatiche di esigenze di copione estreme, donando veridicità assoluta ai loro personaggi.

Appare inevitabile che un autore così caparbio, con uno stile aspro e antinaturalistico che bandisce ogni sfumatura renda la pellicola estrema, cozzando con la materia scottante della popolarità del romanzo e ne risulti indebolita.
Dall'altro canto le soluzioni adottate dal regista romano risultano affascinanti e farcite con dosi massicce di pathos e suspance che imprimono alla pellicola un sapore evocativo barocco e attraente, ma tutto rimane soffocato e imprigionato nella ricerca autoriale ed originale quasi ossessiva, finendo per implodere in se stesso.
Data la sua scelta di campo perentoria e precisa che deve far i conti con il peso specifico di una vicenda letteraria tanto amata, il film è destinato a dividere.
L'abilità registica di Costanzo è palpabile e non ne esce intaccata, con angolazioni atipiche su tonalità cupe, impreziosite da stacchi netti e commenti sonori magistrali, ma viene sommersa dalla complessità psicologica del romanzo e dalla sua carica emotiva che si disperde lungo il racconto cinematografico discostandosene inesorabilmente.

 

Commenti  

 
0 #2 Daniela 2012-12-26 22:17
Film caotico, in cui i troppi flash-back sono altamente disturbanti fino a rendere incomprensibile la trama, perlomeno nella sua parte iniziale. C'è poi un'Alice con occhi azzurri che, superata l'adolescenza, diventano invece marroni per tornare ad essere azzurri sette anni dopo. Allo stesso modo, Mattia da bambino ha gli occhi marroni, che diventeranno però azzurro-chiaro nell'adolescenza. Della morte della madre di Alice non mi sono neanche accorta ma ho notato che la brutta cicatrice della ragazza scompare per incanto verso la fine del film.
Non lo consiglierei a nessuno.
Citazione
 
 
0 #1 Alessio 2011-10-04 17:10
Non ho letto il libro...Ma il film è veramente brutto...lento...incomprensibile ...senza finale...senza un filo logico...mi aspettavo almeno una spiegazione sulla riunione dei genitori che enunciano numeri "primi" e sul discorso della sposa che fa più o meno la stessa cosa...la protagoinista (anoressica) che non mangia avendo il frigo pieno e poi va al supermercato mangia tonno direttamente dalla scatola e poi sviene...la mamma di lei che durante la vita non parla mai ad eccezione dell'approvazione del tatuaggio della figlia per poi non riparlare più...musiche da film horror...scene da fil horror (la bambina che scia nella nebbia)...ho avuto solo un sussulto durante il film: quando il clown racconta la favola di cappucceto rosso
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