La vita facile
Titolo originale: La vita facile
Italia: 2010. Regia di: Lucio Pellegrini
Genere: Drammatico
Durata: 96'
Interpreti: Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Camilla Filippi, Angelo Orlando, Eliana Miglio, Souleymane Sow, Max Tardioli, Ivano Marescotti
Sito web ufficiale: www.virgilio.it/lavitafacile
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 04/03/2011
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Gianlorenzo Franzì
L'aggettivo ideale: Coraggioso
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Luca: il rampollo di buona famiglia che scappa in Kenia e lavora gratis per curare indigeni e selvaggi.
Marco: chirurgo di successo, sta per fare il passo che finalmente lo porterà a dirigere lui stesso la clinica dove lavora, quando viene inviato dall’amico di vecchia data Luca per sostituire un medico malato.
Ginevra: moglie di Marco, amante (forse) di Luca, rimasta sola a Roma decide di raggiungere il marito in Africa. La loro riunione, che non si vedono da quando un incidente d’auto li ha visti coinvolti tutti e tre, farà saltare gli equilibri, e porterà allo scoperto segreti inaspettati e le loro vere motivazioni.
Che la commedia italiana abbia trovato un altro alfiere? E ce ne sarebbe proprio bisogno, se la rappresentanza del nostro genere più famoso negli anni d’oro è oggi appannaggio di cabarettisti televisivi: Lucio Pellegrini invece si fa avanti con un suo cinema coraggioso e nuovo.
Senza abbandonare le rassicuranti sponde del sorriso, Pellegrini in due anni ha fatto due centri perfetti, e dopo il freschissimo "Figli delle stelle" torna con "La vita facile" che fin dal titolo ammicca a quel cinema che fu - "Una vita difficile" di Risi- e che riesce perfino, in alcuni punti, a tornare a quelle altezze. La storia del triangolo tra Ginevra (Vittoria Puccini, ottima), il marito Mario (Pierfrancesco Favino, eccellente) e l’amico Luca (Stefano Accorsi, efficacissimo) si muove insolita nelle secche distese del Sudafrica, e tenta la strada ibrida mischiando genere e sentimento: allora il film prende il volo, e sembra divertirsi a raccontare i suoi personaggi, scoprendoli a poco a poco con un gusto per la pochade che sembrava perso, disattendendo le aspettative di un pubblico abituato alle stanche dinamiche da cinepanettone e giocando con svolte impreviste della trama e con le formalità narrative.
Arrivando a stravolgere in maniera intelligente, non tanto quell’unità di tempo e luogo dilaniata da tanto cinema (in affanno) postmoderno, quanto gli snodi di una storia che sa essere nuova e classica.
Non per niente, la colonna sonora assolutamente vintage aiuta non poco, in tante sequenze, a fare paragoni con quel glorioso cinema di cui sopra, e addirittura viene da pensare che "La vita facile" potrebbe essere stato facilmente girato proprio nel periodo di masismo fulgore del nostro cinema da uno qualsiasi della santa trinità Risi-Monicelli-Scola.
Un film vivo e palpitante, insomma, cattivo come deve essere una commedia di costume, graffiante in punta di piedi come deve essere la satira sociale, una strada da percorrere fino in fondo entusiasmante e a tratti incredibilmente coinvolgente, scritto bene, diretto ancora meglio e splendidamente recitato: e a proposito, oltre ad applaudire quella magnifica stronza che è la Ginevra della Puccini -finalmente un personaggio femminile nuovo, e chi se ne frega se è “vero” o no-, attenti a Favino.
Che quando è nelle mani di Pellegrini (come nel loro precedente "Figli delle stelle"), con i suoi ruoli comici risplende di lluce nuova ed inedita, a tratti, specie in questo "La vita facile", ricordando non poco l’eroica e cinica cialtroneria di Alberto Sordi. Guardare per credere.
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