Lo scafandro e la farfalla
Titolo originale: Le scaphandre et le papillon
Francia, USA: 2007. Regia di: Julian Schnabel Genere: Drammatico Durata: 112'
Interpreti: Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze,
Hiam Abbass, Niels Arestrup, Fiorella Campanella, Jean-Pierre Cassel,
Emma
de Caunes, Max von Sydow
Sito web: www.lescaphandre-lefilm.com
Nelle sale dal: 15/02/2008
Voto: 8
Recensione di: Elisa Mariani
Siete completamente immobilizzati. Non potete muovere nessun muscolo del vostro corpo, non le braccia non le gambe, non la testa e neanche le labbra. Potete solo vedere quello che accade intorno a voi. La vostra mente è lucida come sempre e avreste voglia di muovervi, di parlare di gridare a qualcuno, chiunque, di farvi uscire. Ma nulla in voi si muove e nessuno può sentire i vostri pensieri.
Questa è la storia del protagonista del film di Julian Schnabel. Un film tratto dalla storia vera di Jean-Dominique Bauby, editore rampante che in seguito a un ictus si trova completamente immobilizzato: l'unico mododi comunicare con l'esterno è tramite il movimento di una palpebra. E allora il regista vi chiede o meglio ci chiede: è ancora vita quella? Qual è la differenza tra un vegetale e un uomo? Ha senso vivere così?
Avrete in mente il Mare dentro di Amenabar. Eppure l’approccio alla tragedia dei due protagonisti è totalmente diverso e quindi anche il modo di metterlo in scena.
Schnabel ci trascina in un mondo che non vorremmo mai dover conoscere, ma lo fa con delicatezza, colori brillanti, vivaci, immagini stupende prese dalla natura che domina sull‘uomo e influenza i suoi sentimenti. Inoltre l’ironia e la volontà di vivere di Bauby si respirano durante tutto il film e questo, forse, ci rende il viaggio meno doloroso. Soffriamo, ma scopriamo anche che con l’inventiva e la fantasia, caratteristiche dell’uomo, si possono realizzare cose impensabili. Jean-Dominique Bauby trova -e noi con lui- un modo per non impazzire e per non voler morire.
Riuscirà persino a scrivere un libro e realizzare così un suo sogno di sempre. E realizzare sogni non è forse vivere?
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