Miracolo a Sant'Anna
Titolo originale: Miracle at St. Anna
USA, Italia: 2008. Regia di: Spike Lee Genere: Drammatico Durata: 144'
Interpreti: John Turturro, James Gandolfini, John Leguizamo, Matteo
Sciabordi, D.B. Sweeney, Laz Alonso, Walton Goggins, Malcolm Goodwin,
Omari Hardwick, Valentina Cervi, Pierfrancesco Favino, Lidia Biondi,
Omero Antonutti, Chiara Francini, Sergio Albelli
Sito web: www.miracleatstanna.movies.go.com
Nelle sale dal: 03/10/2008
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Daniele Nicolini
Siamo a New York, 1983, un uomo si presenta a uno sportello delle Poste chiedendo un francobollo, l’impiegato nero lo guarda, lo riconosce e gli spara a bruciapelo con la sua pistola Luger uccidendolo. Perché?
Questa sequenza è preceduta da un prologo in cui l’impiegato nero guarda in televisione una scena di John Wayne de “Il giorno più lungo” (colossal americano del 1962 sullo sbarco in Normandia e sulla Seconda Guerra Mondiale) commentando: “C’eravamo anche noi.”.
Per risolvere l’enigma iniziale la storia ci porta nell’agosto del 1944, quando dopo un terribile scontro sul fiume Serchio, quattro soldati di colore della compagnia Buffalo rimangono intrappolati in un paesino montano della toscana, circondati dalle truppe tedesche. Con loro c’è anche Angelo (Matteo Sciabordi), un bambino di otto anni che Train (Omar Benson Miller), il più grosso soldato della compagnia, ha salvato dalle macerie di una capanna. Spike Lee porta sullo schermo l’omonimo romanzo di James Mcbride, che per la prima volta racconta della Seconda Guerra Mondiale vista dai valorosi uomini di colore delle due compagnie, Buffalo e Fox, interamente composte da afro-americani. Compagnie comandate da ufficiali bianchi del sud: quasi tutti ignoranti, razzisti e mal disposti nei confronti dei soldati neri.
La prima ora della pellicola è sfolgorante e meravigliosa, così come le scene di guerra conclusive dell’ultima mezzora. La lunga parte centrale è il punto debole dell’opera.
Così come nel romanzo, la storia si sofferma troppo a lungo su un intreccio complicato (una testa di marmo porta fortuna legata con la leggenda dell’uomo che dorme) e incespica nel tentativo pretenzioso di tratteggiare la psicologia di troppi personaggi. Se da un lato riesce bene a delineare i pensieri e le pulsioni dei soldati afro-americani, dall’altro fallisce nel rappresentare le molteplici sfaccettature dell’animo umano degli italiani, civili e partigiani, di quel grigio e terribile momento storico. Lee ha come sempre il pregio di dirigere gli attori splendidamente e il cast americano funziona alla perfezione. Michael Ealy (Bishop Cummings) e Omar Benson Miller (Sam Train) regalano un’interpretazione da Oscar.
Netto è lo scarto che separa la bravura e la professionalità degli attori made in USA da quelli nostrani tra cui comunque emerge una bellissima e brava Valentina Cervi (Renata).
Ottima la fotografia di Libateque mentre la musica del fedelissimo Blanchard risulta un po’ pesante e a tratti troppo invasiva.
Il romanzo di McBride e l’opera di Lee hanno suscitato numerose e feroci polemiche in quanto dal film emerge che la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema del’12 Agosto 1944 (in cui persero la vita 560 civili tra vecchi,donne e bambini), sarebbe avvenuta a causa del tradimento di Rodolfo, un partigiano.
In realtà dalle indagini della Procura Militare della Spezia è emerso che si trattò di un atto terroristico premeditato dai reparti delle SS, con l’unico obiettivo di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
La storia viene leggermente cambiata dal romanzo e dal libro allo scopo di seguire e sviluppare l’intreccio narrativo della fiction. Spike Lee ha infatti contestato e rifiutato le critiche ricordando che la sua opera, così come il romanzo di McBride, pur basandosi su fatti storici realmente accaduti, debba essere intesa solo ed esclusivamente come finzione cinematografica.
Miracolo a Sant’Anna non è uno dei migliori film di Spike Lee (Fa la cosa giusta,1989, Summer of Sam, 1999, La 25a ora, 2002, Inside Man, 2006) ma regala alla storia del cinema sequenze di guerra da antologia e un racconto della Seconda Guerra Mondiale da un nuovo e mai esplorato punto di vista. Anche gli afro-americani contano migliaia di caduti in un conflitto che poco li riguardava e in cui eroicamente, alla pari dei vari John Wayne bianchi, hanno preso parte.
Miracolo a Sant’Anna è un film d’autore, un film di quel grande cineasta che è Spike Lee.
Ormai sono pochi i registi americani che riescono a raccontare storie mantenendo una personalissima poetica cinematografica senza mai trascurare i gusti e le esigenze del pubblico.
Spike Lee è uno di questi.
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