Oltre le regole - The Messenger
Titolo originale: The Messenger
USA: 2009. Regia di: Oren Moverman
Genere: Drammatico
Durata: 105'
Interpreti: Ben Foster, Woody Harrelson, Samantha Morton, Jena Malone, Steve Buscemi, Eamonn Walker, Merritt Wever, Yaya DaCosta, Brendan Sexton III, Portia, Lisa Joyce, Jahmir Duran-Abreau, Brian Adam DeJesus, Lindsay Michelle Nader, Armand Schultz, Adam Trese, J. Salome Martinez, Peter Friedman, Kevin Hagan, Peter Francis James, Jenny Kirlin, Sam Kitchin, Steve Antonucci, Angel Caban, Gaius Charles, Michael Chernus, J.D. Daniels, Paul Diomede, Fiona Dourif, Lisa Emery, Halley Feiffer
Sito web: www.themessengermovie.com
Nelle sale
dal: 16/04/2010
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Tosto
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L'invasione dell'Iraq di Saddam Hussein da parte degli Stati Uniti nel 2003,ha formulato un'equazione politica sul piano mondiale,retta da quei princìpi di irrequietezza sociale che ancora oggi riportano le posizioni internazionali indietro di più di quattro decenni.
A distanza di quarant'anni l'America non si è lasciata alle spalle il clima di un sud est asiatico lacerato da una guerra interna che ha portato come conseguenza una delle più dolorose ferite nel fianco del Paese preposto ad essere curatore delle sorti dell'equilibrio planetario.
L'Iraq del terzio millennio piange nel cinema quelle stesse eco e rievoca il tormento di una situazione bellica reinnescata,a conferma di un profilo politico imposto da una superpotenza per la quale l'interesse diretto alla condizione sociale appare subordinato rispetto all'economia del profitto nazionale.
L'anima del lavoro del regista israeliano Oren Moverman - veterano nelle fila dell'esercito del suo Paese - e dell'italiano Alessandro Camon,autore della sceneggiatura,porta sugli schermi la pena della guerra e il sussurro mortale dei morti in battaglia recato ai famigliari delle vittime.
Il sergente William Montgmomery (Ben Foster) tornato a casa dalla missione in Iraq,porta con sè le ferite di un conflitto che sente estraneo,un fardello pesante nel corpo e nell'anima trafitta da atroci esperienze.
In patria,William viene assegnato al reparto notificazione vittime e il suo nuovo incarico è quello di comunicare ai parenti dei soldati uccisi la notizia della fine dei loro cari,prima che l'onda dei media o le informazioni di internet possano entrare nelle loro case. Al suo fianco c'è l'inflessibile capitano Tony Stone (Woody Harrelson),legato ad una ferrea disciplina comportamentale,che porterà i due uomini ad un conflitto caratteriale ma anche ad una successiva profonda conoscenza di sè e dell'altro.
I due messaggeri - il titolo originale è "The Messenger" - hanno un preciso protocollo da seguire che non prevede alcuna manifestazione di affetto o partecipazione al dolore che li accompagna.
La divisa che li veste è rigida come il loro atteggiamento di fronte alle diverse reazioni dei destinatari dei loro annunzi,disperazione,rabbia,incredulità,disprezzo.
Il loro discorso è stretto nelle righe di un freddo comunicato standard e nulla può e deve condizionare la loro procedura esecutiva.
"The Messenger" è un film di guerra senza guerra,un dramma che riempie di strazio le parole pronunciate ed ascoltate,un grido alla pena dell'uomo che parla e dell'uomo che ascolta.
I due soldati impegnati in un reciproco confronto esistenziale e professionale,hanno tratti caratteriali opposti,ma ad entrambi viene assegnato il medesimo compito di portare lo stesso contenuto di dolore al prossimo.
Ma l'urgenza del film,più che nella manifestazione verbale,va cercata nei silenzi e nei momenti di taciturna condivisione di una sorte che,nonostante le controversie,accomuna i due protagonisti.
Entrambi si portano addosso le conseguenze di una guerra che non li lascia liberi.
Montgomery è preda di un inferno da cui è uscito vivo ma non indenne;l'uomo è tenuto prigioniero di una intima desolazione e di un senso di smarrimento che gli fa temere di non riuscire a ritrovare più sè stesso lasciandolo fluttuare in un limbo che lo separa dal suo passato ma lo tiene estraneo alla sua nuova vita,trafitta dal senso di colpa per essere sopravissuto,la sindrome di stress post traumatico che richiama alle sequenze del "Cacciatore" di Cimino.
Attorno alle reazioni emotive dei due protagonisti,i laconici silenzi,le parole negli sguardi e i tormentati contegni,il film mostra in filigrana i sintomi del malessere di un Paese non affrancato dal peso di una coscienza politica messa al bando da una ingerenza estesa a tutto il piano internazionale.
"The Messenger",con all'attivo due meritate nominations all’Academy Awards,cui sorprendentemente non fece seguito alcun riconoscimento,non porta in sè alcun segno di retorica,bandisce ogni aspetto accademico e divide con "The Hurt Locker" il sanguinoso risultato di un conflitto politico innervato in una società afflitta e privata dell'innocenza e della pace,ponendosi in un parallelo storico vecchio di quarant'anni e mai dimenticato.
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