Rabbit Hole
Titolo originale: Rabbit Hole
USA: 2010. Regia di: John Cameron Mitchell
Genere: Drammatico
Durata: 90'
Interpreti: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Dianne Wiest, Tammy Blanchard,
Miles Teller, Giancarlo Esposito, Jon Tenney, Patricia Kalember, Julie
Lauren, Sandra Oh, Mike Doyle, Phoenix List, Sandi Carroll, Shoshanna
Withers, Jay Wilkison, Sara Jane Blazo, Benjamin Sachs
Sito web ufficiale: www.rabbitholefilm.com/index.html
Sito web italiano: www.videa-cde.it/rabbithole
Nelle sale
dal: 11/02/2011
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Elaborativo
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“Rabbit Hole” è tratto dall’acclamata pièce teatrale del drammaturgo David Lindsay-Abaire, che per quest’opera ha vinto il premio Pulitzer per il teatro nel 2007, oltre a ottenere cinque nomination ai Tony Awards.
Il film racconta il percorso emotivo di Becca e Howie Corbett, una coppia molto affiatata che si trova improvvisamente a dover affrontare una perdita lacerante per qualsiasi genitore: la morte di un figlio. Dopo otto mesi dalla scomparsa, i Corbett stanno raccogliendo i pezzi del loro dolore, col quale si confrontano ognuno a proprio modo.
Così se Howie trova in un gruppo di supporto la maniera di far uscire fuori la propria rabbia, Becca cerca di andare avanti togliendo davanti agli occhi ogni cosa che le faccia ricordare il suo bambino.
Faranno un percorso separatamente, che li porterà a guardare in faccia cosa sia più giusto fare.
“Rabbit Hole” è diretto dal regista John Cameron Mitchell, molto apprezzato per il suo film indipendente “Hedwig – La diva con qualcosa in più” (2001) ed è stato voluto fortemente da Nicole Kidman, che figura tra i produttori con la Blossom Films. L’adattamento cinematografico è stato realizzato dallo stesso Lindsay-Abaire, che ha scritto la sceneggiatura. Il titolo si riferisce alla tana del Bianconiglio di “Alice nel paese delle Meraviglie” e la sua caduta in un mondo a lei estraneo, così come la caduta in un mondo che i due coniugi non conoscevano prima della tragedia.
Se il mondo di Alice, però, si scopre essere meraviglioso, quello in cui cadono i Corbett è diametralmente opposto. Inoltre rappresenta anche il fumetto disegnato da uno dei personaggi che fa scoprire a Becca la possibilità di un multi-universo, ovvero la possibile esistenza di universi paralleli in cui un’altra se stessa sta vivendo una realtà del tutto diversa e forse migliore.
Questo pensiero è consolatorio per la donna, che sembra trovare un po’ di pace, anche se momentanea. Il desiderio di tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del film è stato quello di creare un ritratto di due individui che si amano, che sono complici, ma che inaspettatamente si trovano a dover intraprendere un viaggio emotivo che li porta ad allontanarsi, nonostante ciò trovano delle essenze che li fanno rimanere attaccati alla vita e l’uno all’altra, a differenza di coppie che creano un divario talmente grande da non poter tornare indietro distruggendo il proprio matrimonio.
L’elaborazione del lutto è mostrata da più punti di vista: Becca è una donna che si vuole fare forza da sola, rifiutando qualsiasi aiuto, e mette tutti i suoi ricordi in un cantuccio del suo cuore, senza che si sfoghi con nessuno. Howie vuole, invece, mantenere vivo il ricordo, guardando filmini e lasciando le cose del figlio intatte, per mitigare quel vuoto, che diventa ogni giorno più incolmabile. Dal canto suo cerca di riavvicinarsi alla moglie, che non si sente pronta ad accoglierlo, non come lui vorrebbe. L’intento è stato quello di sottolineare come l’essere umano sia spinto da una necessità innata a scegliere la vita anche dopo aver subito un profondo dolore.
Un cammino lastricato di spine, che si conficcano in ogni parte del corpo, è possibile superarlo con la volontà di sopravvivere e con quell’umorismo che rimane dentro ognuno.
David Lindsay-Abaire ha avuto la possibilità di ampliare e approfondire una serie di avvenimenti che nel dramma teatrale vengono solamente accennati, dimostrando che le persone non perdono il senso dell’umorismo, anche se a volte nero, neppure nei momenti più bui della propria esistenza.
Il regista si interessa da sempre di quelle persone che sentono la necessità di un legame con gli altri, che non vogliono rimanere da sole e in questo film ha voluto delineare come la perdita affettiva porti a una perdita comunicativa. Becca e Howie sono interpretati rispettivamente da Nicole Kidman, candidata all’Oscar 2011 come Miglior Attrice, e Aaron Eckhart, che regala allo spettatore una performance sincera e corposa, una tra le sue più coinvolgenti.
L’algida performance della Kidman, invece, non sempre permette di entrare in empatia col dolore e la sofferenza di Becca. “Rabbit Hole” è un film che ha perso un po’ dello slancio e della carica originale della pièce, tuttavia porta lo spettatore a elaborare una serie di sentimenti conosciuti, che spesso ci si trova a non prendere in considerazione.
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