Rachel Getting Married
Titolo originale: Rachel Getting Married
USA: 2008. Regia di: Jonathan Demme Genere: Drammatico Durata: 114'
Interpreti:Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Mather Zickel, Anisa George, Anna Deavere Smith, Bill Irwin
Sito web: www.sonyclassics.com/rachelgettingmarried
Nelle sale dal: 21/11/2008
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Pasquale Russo
Rachel Getting Married segna il grande ritorno di Jonhantan Demme al cinema di fiction. Genere che negli ultimi anni il regista sembrava aver messo da parte in favore di una produzione prevalentemente documentaristica che, inoltre, pare aver influenzato non poco questo ultimo lavoro: composto sia da una ricerca formale cruda e priva di artifizi che da un impianto drammaturgico molto stratificato.
Narrasi l’infelice vicenda di Kym (Anne Hathaway), la pecora nera della famiglia che ritorna a casa in occasione delle nozze della sorella maggiore, Rachel, e riporta con se tutti i drammi legati al suo passato e ai suoi parenti. Sicché, dopo un idilliaco ricongiungimento con i cari, le crisi riemergeranno con veemenza rompendo il fragile equilibrio di una famiglia apparentemente serena, ma in realtà logorata da risentimenti profondi.
L’ottimo script, opera niente di meno che della figlia di Sidney Lumet, si concede i suoi tempi, spesso lenti, per raccontare un cinico affresco della famiglia americana moderna. Non si preoccupa affatto di scendere a compromessi con il pubblico allettandolo con piccoli escamotage narrativi, riuscendo in tal modo a connotare i personaggi in maniera realistica e per nulla convenzionale. Di conseguenza, le lodi vanno fatte anche all’ottimo cast, capace di sostenere una prova molto particolare ed intensa. Ma va considerata soprattutto la performance della giovane Anne Hathaway; l’abilità con cui riesce ad integrarsi nel film dissociandosi totalmente dalla sua immagine pubblica.
Solo Demme è riuscito a gestirla con tanta disinvoltura, svestendola della sua aurea di star e mimetizzandola perfettamente con un gruppo di artisti semisconosciuti e televisivi.
Un microcosmo in cui la Hathaway si cimenta in una delle sue migliori interpretazioni pur non essendo particolarmente esaltata dalla regia.
Probabilmente Rachel Getting Married non sarebbe stato così vivace e spontaneo se si fosse deciso di approcciare al progetto in una maniera più conforme. Perché, sebbene lo stile documentaristico, a braccetto con la fotografia digitale di Declan Quiin, possa inizialmente lasciare lo spettatore poco coinvolto e diffidente, sarà poi proprio questa tecnica, con l’incedere della narrazione, capace di turbare profondamente per la sua straordinaria aderenza alle emozioni dei personaggi.
Stessa cosa per la colonna sonora, molto curata e coerente con l’aspetto estetico e tematico della pellicola, pur non lasciando particolarmente sorpresi i conoscitori di Demme, già abituati alla sua particolare attenzione per le musiche.
In sostanza, il gradito ritorno di un regista che dimostra non solo di essere un grande narratore e sperimentatore, ma soprattutto un autore che sa stare al passo con i tempi.
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