Séraphine
Titolo originale: Séraphine
Francia, Belgio: 2008. Regia di: Martin Provost
Genere: Drammatico
Durata: 125'
Interpreti: Yolande Moreau, Ulrich Tukur, Anne Bennent, Geneviève Mnich, Nico Rogner, Adélaïde Leroux, Serge Larivière, Françoise Lebrun
Sito web ufficiale: www.seraphinemovie.com
Sito web italiano: www.seraphineilfilm.com
Nelle sale
dal: 22/10/2010
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Malinconicamente passionale
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Séraphine ha vinto 7 premi César, tra cui quello per il Miglior Film, Miglior Attrice a Yolande Moreau, e Miglior Sceneggiatura. Martin Provost, figura eclettica, è scrittore, sceneggiatore e attore, oltre che regista. Séraphine è il suo terzo lungometraggio, che ha scritto e diretto.
Prima che un’amica gli parlasse di Séraphine Louis, Provost non aveva idea di chi fosse.
Dopo aver fatto alcune ricerche, nonostante le esigue notizie ritrovate, il regista è rimasto affascinato da quest’eroina del tutto particolare e fuori dal suo tempo.
Quella raccontata è la storia di una donna, che per vivere fa la governante, accetta qualsiasi tipo di lavoro umile, per racimolare del denaro, più che per mangiare, per comprare il materiale per dipingere. La passione e la frenesia di Séraphine è la pittura, lasciar sgorgare le immagini che la sua mente vede e la sua anima ha dentro di sé. Tra le tante persone di cui fa la domestica, uno è Wilhelm Uhde, critico d’arte e collezionista tedesco, che un giorno per caso intravede un dipinto su legno della donna. Sbalordito dalla bellezza di ciò che ha tra le mani, chiede a Séraphine di mostrargli tutti i dipinti che ha realizzato fino a quel momento. Le dice che ha un grande talento e che dovrebbe dedicarsi interamente a quello, potrebbe arrivare anche il successo. Martin Provost rende omaggio, con questo film, a un’artista dimenticata, ricca di talento, di creatività e di un animo forte. È il ritratto di una donna libera, nonostante l’epoca in cui vive, che riesce a esprimere se stessa, in un mondo in cui la donna è relegata in casa, e a mantenere la sua autonomia. Séraphine è una donna che non si scoraggia di fronte alla povertà più nera, dipingendo si sente libera di esprimere la propria personalità, mostra se stessa in tutta la sua completezza.
Per Provost quella raccontata è la storia di un incontro tra due anime che, a loro modo, vivono ai margini e che è stato utile per entrambi. Séraphine vive nella miseria e si arrabatta tra un lavoretto e l’altro. Wilhelm Uhde, straniero e omosessuale, è il primo che la vede per quello che è senza alcun pregiudizio.
Il regista ha delineato il mondo di Séraphine con riguardo e stando sempre sulla soglia.
È un mondo duro, sconcertante e, in alcuni momenti, visionario. La donna è una visionaria, in quanto si lascia trasportare da qualcosa che è più forte di lei, il suo angelo guardiano, come lo chiama, che la spinge a creare.
Dipingere è come respirare, può smettere di nutrirsi, di dormire, anche, ma non di creare. Niente la riesce a fermare, neanche arrivare sull’orlo del baratro, perché solo quando dipinge si sente veramente viva.
La regia è sobria e leggermente trattenuta, proprio come nell’intento di Provost, affinché rispecchiasse la figura di Séraphine, semplice e bonaria, come la vede lo spettatore. Una scelta precisa è stata fatta nell’utilizzo dei colori.
Quelli caldi sono stati affidati alle tele della pittrice, che esprimono passionalità e un fuoco ardere incessantemente, tutto il resto è grigio, blu e nero.
Yolande Moreau incarna sapientemente Séraphine, delineando con un atteggiamento trattenuto, una persona solitaria, apparentemente schiva e scorbutica, e di gran cuore.
Il film è pervaso da una malinconia di fondo, soprattutto nella seconda parte, facendo conoscere al pubblico il lato più profondamente umano di una donna, che non è riuscita a veder realizzato il sogno di ottenere una personale, finché è rimasta in vita, ma che ha saputo coltivare il suo talento in maniera umile, contro ogni avversità, riuscendo ad andare avanti fin quando ha potuto.
È un film stupendamente diretto e interpretato, che lascia lo spettatore sgomento di fronte a tanta forza interiore.
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