Senza apparente motivo
Titolo originale: Incendiary
Gran Bretagna: 2008. Regia di: Sharon Maguire
Genere: Drammatica
Durata: 96'
Interpreti: Michelle Williams, Ewan McGregor, Matthew MacFadyen, Nicholas Greaves, Sidney Johnston, Usman Khokhar, Sasha Behar, Nicholas Gleaves, Edward Hughes, Alibe Parsons, Stewart Wright, Al Ashton, Benjamin Wilkin, Robin Berry, Mercy Ojelade, Joe Marshall
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Nelle sale
dal: 26/02/2010
Voto: 5,5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Sfilacciato
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Il cinema dell’ambizione gongola altezzoso, gonfio dei suoi significati profondi.
Orgoglioso di saper mettere a nudo verità e trascendenze,si offre di aprire ampi squarci sulle realtà umane,indulgendo sull’analisi del sociale ma annodandosi poi in retorici monologhi e tirate demagogiche.
La discriminante è là,dove l’enfasi ruba il posto all’architettura di una struttura narrativa ben orchestrata facendo smarrire il racconto in meandri allegorici e contorte indagini intimistiche imbastite su una varietà di trame e sottotrame.
“Senza apparente motivo” (“Incendiary”,più verosimilmente”),secondo lavoro per il grande schermo (ma il film esce solo in DVD,anche negli USA) della regista Sharon Maguire (“Il diario di Bridget Jones”,2001),si incarta nelle proprie ampollose aspirazioni di romanzo all’ombra della denuncia,finendo per essere inferiore alla somma delle sue parti,la principale delle quali incarnata dalla performance della protagonista,la mamma senza nome interpretata da Michelle Williams (“Shutter Island”,”Sex List”),unico fascio di luce in un dramma contorto e sussiegoso.
Ispirato all’omonimo romanzo di Chris Cleave,qui co-sceneggiatrice con la regista,il film narra una storia di dolore e pentimento,un uggioso studio psicologico che brancola nelle oscurità dei sensi di colpa e nei malesseri degli organismi preposti alle indagine antiterroristiche.
Una giovane donna,una mamma mai chiamata per nome e fin troppo profondamente legata al figliolo,ma non altrettanto innamorata del proprio marito,un poliziotto del reparto artificieri,perde le sue uniche realtà in un attentato allo stadio di Londra durante una partita di calcio che marito e figlio erano andati a vedere insieme.
A peggiorare le condizioni della donna è il fatto che la tragedia è avvenuta sotto i suoi occhi,aperti sulla televisione durante un rapporto sessuale con un disinvolto giornalista (Ewan McGregor), conosciuto pochi giorni prima in un bar.
La protagonista barcolla sotto il peso della colpa,ma nel suo inferno incontra anime ben più compromesse della sua,tesa al riscatto e alla risurrezione. Dolore,disgrazia,corruzione e tradimento si mescolano in questa storia dove ogni ingrediente perde la propria identità vanificandosi nell’eterogeneo impianto narrativo.
La struttura del racconto si slaccia in una complessità di sottotrame di difficile digestione,lasciando lo spettatore smarrito in un complesso di vicende troppo imbrogliate fra loro.
Il lavoro della Maguire,una greve riflessione sull’intima sofferenza di una donna che paga per i propri peccati e insieme denuncia al pregiudizio e al malcostume politico,tende a sedersi su troppe cattedre e a dilatare all’eccesso una vicenda di dolore umano,spargendosi su troppi piani e assumendo l’aspetto di una retorica ampollosa e prolissa sparsa su troppi scenari e senza acme emotiva.
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