The Experiment
Titolo originale: The Experiment
USA: 2010. Regia di: Paul Scheuring
Genere: Drammatico
Durata: 96'
Interpreti: Cam Gigandet, Adrien Brody, Maggie Grace, Forest Whitaker, Clifton Collins Jr, Fisher Stevens, Travis Fimmel, David Banner, Ethan Cohn, Damien Leake, Rachel O'Meara, Jason Lew, Matt Harwell, Rod Maiorano, Randal Chaval, Brandon Adamson, Mario Sciorrotta
Sito web ufficiale: www.experiment.the-movie-trailer.com
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: Inedito in dvd
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Sperimentale
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Se violenza,morale,psicologia e denuncia convergono ad un punto di osservazione che si fa spunto di riflessione sulla natura dell’uomo,il cinema si allarga in un respiro ampio come il mare di tematiche che ne tracciano il misterioso profilo,senza arrivare a chiuderne il contorno.
Resta inafferrabile il senso del sistema comportamentale umano e l’industria dello spettacolo,più tendenzialmente quella che questo tempo considera ormai come retaggio,è sempre stata attenta a fissarne i termini per sviluppare storie di persone,nelle più variegate forme metaforiche o dottrinali.
Le iperboli visuali confluiscono negli anfratti della follia,nelle pericopi distorte della vendetta,negli abissi dell’odio o nei labirinti della violenza,ma la mente e le sue emanazioni restano al centro di una cultura che è oggetto di ogni forma di osservazione e ricerca.
“The Experiment”,silenzioso titolo estraneo al grande schermo e destinato ai lettori DVD,solca con ampollosa ambizione uno di questi tracciati dell’intelletto,ergendosi a mezzo indagatore degli strati profondi della psiche e delle sue reazioni sotto determinati stimoli,a mezzo del racconto di un episodio realmente accaduto in un penitenziario statale americano nel 1971.
Remake della pellicola tedesca “Das Experiment” (Oliver Hirschbiegel),a sua volta ispirato al romanzo di Mario Giordano,il film di Paul Scheuring,creatore di “Prison Break” e qui anche autore della sceneggiatura,fornisce la sua versione del controverso esperimento condotto dallo psicologo dell’Università di Stanford,Philip Zimbardo,che effettuò uno studio su 24 studenti volontari rinchiusi tra le mura dell’Università e divisi in due gruppi distinti con le mansioni destinate rispettivamente alle guardie e ai prigionieri.
Questa applicazione portò ad una pericolosa lacerazione nei rapporti fra i due gruppi presi in esame,in breve segnati dalle peculiarità comportamentali di ciascuna delle due parti.
Travis (Adrien Brody),un uomo pacifico,si ritrova senza lavoro per la riduzione del personale dell’azienda presso cui lavora.
Quando incontra Bay (Maggie Grace),altro spirito libero di cui s’innamora,decide di seguirla in India,dove la donna è diretta per un presunto risveglio spirituale.
A corto di denaro,l’uomo risponde ad una inserzione sul giornale che offre mille dollari al giorno per partecipare ad un esperimento della durata di 14 giorni.
Verrà condotto uno studio su due gruppi di volontari cui verranno assegnate le mansioni e i compiti destinate agli ufficiali di guardia e ai detenuti di un carcere ordinario,con fissate alcune leggi inderogabili relative all’impiego delle forme disciplinari,pena l’accensione di una luce rossa che segnala la trasgressione alle regole e la risoluzione degli impegni,con l’interruzione dell’esperimento e il mancato pagamento.
Travis incontra il timido Barris (Forest Whitaker),il rozzo Chase (Cam Gigandet – “Twilight”) e il disegnatore di romanzi a fumetti Benjy (Ethan Cohn).
La simulazione dietro le sbarre presto degenererà in violenza e ribellione,con il gruppo delle guardie,guidate da un Barris perdutosi nel proprio ruolo,ai limiti della prevaricazione verso i prigionieri sempre più insofferenti alle vessazioni dei sorveglianti.
Il film è offerto come ovvio spunto di riflessione sui rapporti umani ove questi vengano forzati da un meccanismo indotto che ne altera la naturale interessenza.
Le sequenze in apertura propongono le immagini della violenza che anima il mondo animale,la sopraffazione dal livello molecolare a quello umano.
Il regista anticipa l’abuso come fulcro della leva narrativa,sublimandolo in ogni fotogramma fin dall’incipit come segnali d’allarme.
Le immagini che ritraggono Travis sottoposto alla visione dell’aggressività metropolitana rimandano alle sequenze dell’Alex di “Arancia meccanica” di Kubrick,cult del guasto sociale fissato nel dualismo fra il microcosmo dell’infezione urbana e la prevaricazione dell’individuo.
Scheuring sottolinea con attenzione la personalità dei principali protagonisti della storia,facendola emergere nei rapidi spot dei flashback iniziali che ne sintetizzano la reale natura,forma spettrale in quiete apparente che irromperà al momento opportuno dalle pieghe della loro reale consistenza morale. Quando l’equilibrio si rompe,la frattura si estende ad entrambi i gruppi.
L’eccessivo zelo in cui cadono i sorveglianti,nell’ombra di Barris a sua volta vittima della frustrazione maturata nella sfera famigliare,degenera in una violenza tradotta nell’umiliazione imposta ai prigionieri a titolo pretestuale di un ricorso disciplinare.
E’ un travisamento di situazioni,un disordine sociale e mentale manifestato in un delirio di onnipotenza personificato da una luce rossa indice di un controllo mancante,un intervento extraumano di una coscienza assente e lontana.
Tutta la struttura narrativa delinea la perdita della personalità dell’uomo quando questi si debba a trovare nelle condizioni di ossequiare un’eccedente lusinga alle proprie potenzialità individuali.
Il film segue il filo rosso a passo lento e a tratti pesante,ma resta piuttosto stabile nell’impianto allegorico che lo regge.
Si assiste peraltro ad una perdita del senso reale dell’esperimento e il motivo centrale dello studio si disperde in un’analisi di un rovesciamento caratteriale nel ristretto ambito di un episodio.
Il film perde la sua consistenza dove scivola sull’indagine di un caso di “animali buttati in una gabbia allo scopo di capire chi è il leone e chi si lascerà sopraffare”.
Il gioco della dualità fra sadismo ed umiliazione incarnato dai due protagonisti Travis e Barris, si sintetizza nella drammatica sentenza che conferma che senza le regole c’è il caos,ma il caos regna nelle regole.
La lettura filmica dell’esperimento conduce alla conclusione che quando gli argini crollano la realtà sommerge l’illusione.
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