The Lady Shogun and Her Men
Titolo originale: Ohoku
Giappone: 2010 Regia di: Kaneko Fuminori Genere: Drammatico Durata: 116'
Interpreti: Kazunari Ninomiya, Kô Shibasaki, Mitsuko Baisho, Maki Horikita, Hiroshi Tamaki
Sito web:
Nelle sale dal: Inedito
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Vivace
Udine
Far east Film Festival 2011
“The Lady Shogun and Her Man”, presentato alla 13ma edizione dell’Udine Far East Film Festival,
poggia le sue basi sul capovolgimento dei ruoli di genere sottolineando, con momenti comici, i costumi di un’antica classe sociale. Il regista mette sotto i riflettori uno shogunato tutto al femminile, che può disporre a suo piacere di 3000 giovani “concubini”.
Il giovane samurai Mizuno Unoshin si prepara a diventare uno spadaccino e aiuta le donne del suo villaggio a rimanere incinte, dopo che un’epidemia ha causato la morte di un numero considerevole di uomini.
È legato sentimentalmente alla bella Onubo, ma la differenza di classe non permette loro di poter stare insieme. Per aiutare la famiglia in difficoltà economica e per non essere costretto a fare un matrimonio di convenienza, Mizuno decide di mettersi al servizio della Shogun e far parte della O-oku, ovvero la Sua congrega di concubini, che sono divisi secondo una struttura piramidale che dal capo arriva via via al livello più basso, quello di cui farà parte Mizuno. Le sue doti non passano inosservate, riuscendo in breve tempo a salire di grado, ma quale sarà il prezzo?
Il regista Kaneko Fuminori rende un classico dramma in costume ricco di spunti comici e parodistici. Tutti i concubini più alti in grado vestono con colori sgargianti e i kimono hanno un lungo strascico sotto i piedi, che impone loro una insolita quanto ilare andatura. Nel primo incontro Mizuno poggia il piede sullo strascico dell’uomo che lo sta introducendo a palazzo, bloccandolo e creando di fatto l’atmosfera allegra che pervaderà principalmente il racconto.
Quella di Fuminori è una dichiarazione d’intenti: parlare dello shogunato e delle sue peculiarità, mostrare lo sfarzo in cui viveva, rispetto alla povertà degli abitanti del villaggio, e sottolinearne gli eccessi con il linguaggio leggero della commedia, lasciando tuttavia allo spettatore (sia esso occidentale che orientale) l’opportunità di riflettere su cosa fosse lo shogunato nella realtà.
Molta cura è stata messa nei costumi, tanto quanto nella fotografia di Kikumura Tokusho, che ha saputo infondere un’atmosfera distesa, in cui la luminosità degli ambienti, sia interni che esterni, ha un ruolo fondamentale.
Le cromie scelte per i costumi esprimono benessere e solarità, tra queste primeggiano i colori dell’arcobaleno: dal celeste al giallo al rosso. Quando Mizuno sale di livello le cromie cambiano e viene messo in primo piano il nero, colore che si differenzia da tutti gli altri, in quanto il ragazzo è l’unico ad averlo scelto per il suo kimono.
Il regista ha saputo ben tratteggiare due personalità decisamente individualiste. Sia quella di Mizuno che della Shogun Tokugawa Toshimune sono delle personalità forti, cocciute e che non indietreggiano mai davanti a nulla.
La Shogun viene presentata allo spettatore molto avanti nella storia, eppure risulta essere tanto importante quanto Mizuno e questo grazie a Fuminori, che ha delineato lo spessore del personaggio con pochi ma essenziali tratti, oltre ad esserci anche la bravura dell’attrice Shibasaki Kou, che ne fa una donna determinata e risoluta.
Tratto da un manga di successo di Yoshinaga Fumi, “The Lady Shogun and Her Man” ha avuto in Giappone un considerevolesuccesso, attirando specialmente il pubblico femminile.
Le donne sono state incuriosite dal cambio di ruoli, che hanno permesso loro di fantasticare sulla possibilità di avere ai loro piedi uomini bellissimi tra cui scegliere.
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