The prestige
Titolo originale: The prestige
USA, Regno Unito: 2006 Regia di: Christopher Nolan Genere: Drammatico Durata: 130'
Interpreti: Christian Bale, Michael Caine, Hugh Jackman, Scarlett Johansson, Andy Serkis, David Bowie
Sito web: www.video.movies.go.com/theprestige
Nelle sale dal: 22/12/2006
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
Fine Ottocento. Due giovani apprendisti d'illusionismo, Angier (Hugh Jackman) e Borden (Christian Bale) vengono istruiti da un esperto ingegnere mago, Cutter (Michael Caine).
Ma durante uno spettacolo l'assistente e moglie di Angier muore e quest'ultimo incolpa Borden. Tra i due inizia una feroce battaglia all'ultimo trucco, che andrà ben aldilà di mere illusioni.
La promessa, la svolta, il prestigio. Il film inizia con il saggio Cutter che spiega ad una bambina le tre fasi di un gioco d'illusionismo, poi si entra nel vivo della vicenda, dall'apice fino alla narrazione dal principio: una formula che funziona sempre e supera tutti gli usuali schemi, dando un tocco di fascino e mistero.
E qui di misteri ce ne sono fin troppi, tanto che il regista Nolan si mette a giocare con ogni cosa, persona e ambiente che entri visivamente in scena. Il campo dell'illusionismo è già stato trattato dal cinema, ricordiamo "The illusionist", che rispetto a "The prestige" risulta comunque migliore sia come fotografia che come originalità. Non voglio con ciò dire che il film non sia molto bello e intrigante, anzi offre degli spunti molto interessanti soprattutto dal punto di vista psicologico. E' sconcertante immaginare due amici che divengono improvvisamente rivali e nemici per un episodio oscuro e senza colpevoli. Christian Bale e Hugh Jackman sono freddi e incauti, ma conservano un'umanità che segnerà i loro destini e farà emergere il loro lato più evidente e pericoloso, l'ambizione.
Michael Caine fa da moderatore con la sua espressività rassicurante, mentre Scarlett Johansson recita ma la sua presenza è quasi evanescente.
Infine troviamo anche David Bowie nella parte di un inventore, e bisogna proprio dire che il suo stile è inconfondibile. Il ritmo non si può propriamente ritenere vivace, tuttavia le sequenze, soprattutto quelle sul palco, si fanno ammirare e costruiranno tutte insieme una storia d'inganni, illusioni e strane identità, in un gioco di specchi che svelerà ogni mistero soltanto nel finale.
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