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ACAB - All Cops Are Bastards
Titolo originale: ACAB - All Cops Are Bastards
Italia: 2011. Regia di: Stefano Sollima Genere: Drammatico Durata: 112'
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Marco Giallini, Andrea Sartoretti, Roberta Spagnuolo, Domenico Diele
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 27/01/2012 Voto:7
Recensione di: Ciro Andreotti L'aggettivo ideale: Duro Scarica il Pressbook del film
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Negro, Cobra e Mazinga sono un gruppo affiatato di tre amici e ancora prima colleghi che svolgono la loro professione nel mondo della Celere. A loro si aggiunge Adriano, una giovane recluta che necessita di essere accompagnato in questo mondo fatto di violenza e odio.
“Carlo Bonini prima narra e Sollima a seguire conduce” queste le poche parole con le quali poter definire una pellicola, e ancora prima un romanzo, dura e senza fronzoli, inno al machismo da strada e a un settore, quello della celere che non lascia nulla alla fantasia.
Cobra, Mazinga e Negro altri non sono che nomi di battaglia di tre commilitoni che tra loro si definiscono fratelli, in un clima di violenza offerta subita e decisamente surreale, una violenza che attraversa la vita di ognuno di loro in ogni aspetto: dal figlio di Mazinga che non accetta l’autorità paterna, a Negro prossimo al divorzio e con difficoltà con l’ex moglie, che gli vieta di vedere la figlia, per finire con Cobra processato per un atto di violenza gratuita ed eccessiva consumata durante un intervento nel corso di una partita.
In mezzo a loro improvvisamente giunge però una variabile nuova e forse impazzita, di certo da instradare, ovvero Adriano, giovane recluta che deve venire prima accettato dal gruppo, assimilarne usi e costumi ai limiti del tribale, lottare per farsi rispettare, salvo combattere al fine al fianco dei propri nuovi fratelli, ma anche lui macchiato dallo stigma di un’esistenza problematica, che assume le vesti di una madre prossima a uno sfratto esecutivo.
Sollima mette quindi in pista, con rara efficacia, un manipolo di attori affiatati e abili nel descrivere personaggi ai margini della legalità, il tutto incastonato in una pellicola che narra una Roma differente, ma potremmo veramente essere in qualunque grande città; una Roma vista attraverso un gruppo che si esalta per azioni di guerriglia urbana che dovrebbero ripianare gli errori dei politici e delle istituzioni, ponendosi quindi spesso al di sopra di quella legge che per primo il gruppo dovrebbe seguire.
Un film quindi molto duro che offre un punto di vista molto controverso e difficile da approvare esattamente come è stato il romanzo dal quale è stato tratto.
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