Confessions
Titolo originale: Kokuhaku
Giappone: 2010 Regia di: Tetsuya Nakashima Genere: Drammatico Durata: 110'
Interpreti: Takako Matsu, Yukito Nishii, Kaouru Fujiwara, Ai Hashimoto, Masaki Okada, Yoshino Kimura
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 09/05/2013
Voto: 8,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Vibrante
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Ogni mese la collana Far East Film – nata dalla volontà della Tucker Film e distribuita dalla Cecchi Gori Home Video - regala agli appassionati del cinema asiatico e ai nuovi curiosi che vi si approcciano per la prima volta, dei film strepitosi e coinvolgenti.
E ce n’è per tutti i gusti. Tra le ultime uscite nelle versioni Dvd e Blu-ray è ora disponibile “Confessions”, il film di Nakashima Tetsuya, che Michael Mann ha definito “un capolavoro giapponese, inquietante e assoluto” (anche in formato digitale su iTunes).
Questo dramma sulla vendetta ha già vinto numerosi premi: quattro al Japan Academy Award (tra cui Miglior Regia e Sceneggiatura) e, presentato alla 13ma edizione dell’Udine Far East Film Festival, ha vinto il Black Dragon e il Mymovies Award.
È la storia dell’insegnante Moriguchi Yuko, che l’ultimo giorno di scuola si rivolge alla sua classe e con tono calmo e impassibile racconta come è morta la sua bambina.
La classe non le presta attenzione, gli alunni sono intenti a scherzare e parlare fra loro. Moriguchi afferma che due di loro hanno ucciso sua figlia, non ha – però - intenzione di denunciarli alla polizia, in quanto per la loro giovane età non sarebbero processati e condannati. La sua vendetta è sottile e, soprattutto, certa del suo effetto: l’insegnante sfrutta le loro paure più profonde per raggiungere il suo scopo.
Le conseguenze delle sue azioni, per quanto drastiche, porteranno un effetto altrettanto doloroso, quanto la perdita della sua bambina.
“Confessions” è un film dalle atmosfere vibranti e dark, il regista e il direttore della fotografia Ato Masakazu hanno creato uno scenario che ha un impatto visivo notevole. Le cromie sono desaturate e i colori scuri dell’ambiente in cui tutti i personaggi si muovono sottolineano il loro animo nero. Viene mostrata la superficialità e la mancanza di umanità della classe e, anche, una dose di bullismo. In più è tratteggiata la totale indifferenza e senso di pentimento da parte del “soggetto A”, Shuuya, che lo spettatore vede uccidere con una freddezza disarmante.
Lo spettatore è attratto dalla bellezza dell’immagine che Nakashima ha creato e questo gli permette di prendere le distanze sia dalla violenza che dalla sofferenza che il regista descrive.
Gli effetti visivi utilizzati contribuiscono a creare uno stile visivo elegante e accurato.
Durante lo svolgimento della storia si viene a conoscenza del perché i due ragazzini abbiano architettato l’omicidio, eppure Nakashima fa in modo di non assolverli per le loro azioni, tantomeno che si abbia pietà di loro, portando fino in fondo la vendetta della protagonista e impartendo così una lezione dolorosa, ma necessaria.
La storia viene raccontata attraverso le confessioni delle persone coinvolte e in ogni flashback si trova il tassello mancate che fa giungere a un epilogo sorprendente e straordinario, pur nella sua durezza.
Ciò che colpisce fin dall’inizio è il temperamento di Moriguchi e la sua forza nell’andare avanti col suo proposito, il registra sottolinea come uccidendole la figlia abbiano ucciso la parte fondamentale del suo essere: la donna non prova alcuna emozione se non la voglia di vendicare la sua bambina.
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