Effi Briest
Titolo originale: Fontane Effi Briest
Germania: 1974. Regia di: Rainer Werner Fassbinder
Genere: Drammatico
Durata: 141'
Interpreti: Hanna Schygulla, Wolfgang Schenck, Herbert Steinmetz, Ulli Lommel, Lilo Pempeit, Ursula Strätz, Irm Hermann, Karlheinz Böhm, Karl Scheydt, Barbara Lass, Rudolf Lenz, Andrea Schober, Eva Mattes, Theo Tecklenburg, An Dorthe Braker
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 1974
Voto: 8,5
Trailer
Recensione di: Roberto Fedeli
L'aggettivo ideale: Letterario
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Nel 1974 Fassbinder sceglie di portare sullo schermo Effi Briestdi Theodor Fontane, uno dei più apprezzati romanzi del realismo tedesco.
Il regista, dopo il convincente "La paura mangia l'anima", supera con garbo ed astuzia il difficile rapporto tra letteratura e cinema, dando vita a un vero testo filmato.
Quando ci si imbatte nella trasposizione cinematografica di un’opera famosa, il rischio è sempre quello di arenare la propria attenzione nelle secche dell’inevitabile confronto sinottico tra le due forme artistiche.
Tale consuetudine finisce per eludere il discorso sulle diverse potenzialità estetiche e strutturali che sussistono tra i due medium. risolve questa noiosa dicotomia realizzando un’opera dove le immagini contano più dei movimenti di macchina, le parole sostituiscono le azioni e i personaggi fanno dimenticare gli attori che li fanno vivere sullo schermo.
Lo sviluppo narrativo del romanzo si esplica per lampi essenziali, per scene sature di significato.
Così ammiriamo la triste storia della giovane Effi costretta a sposare il Barone Geerg e ad allontanarsi dalla sua città natale per condividere la vita con un uomo in carriera che non si fa alcun scrupolo nel trascurarla. In questo suo terribile isolamento, la bella Effi prova il tormento della visione di un fantasma, la noia delle visite delle famiglie borghesi e l’amore ricambiato verso un aitante maggiore che scatenerà, molti anni dopo, l’ira del marito della donna. Da questo semplice ma energico intreccio narrativo, Fassbinder seleziona i momenti più importanti, quelli legati alla crescita psicologica dei suoi personaggi.
La macchina da presa è spesso distante dagli attori ripresi negli esterni, mentre sembra volerne impressionare l’anima sulla pellicola quando li segue da vicino negli interni.
Le magnifiche descrizioni presenti nel romanzo di Fontane ci vengono riproposte attraverso didascalie e grazie alla costantepresenza della voice over, che illustra con partecipazione i mutamenti d’animo di personaggi che appaiono spazialmente straniati.
Fassbinder adopera con gusto la fissità di splendide inquadrature bergmaniane in un freddo bianco e nero nel quale si immergono gli sguardi assenti degli eroi del romanzo in un contesto da.
La storia del cinema ha da sempre pagato un debito molto esoso verso la grande letteratura mondiale, riuscendo poche volte a creare una trasposizione degna della memoria dei grandi romanzieri.
In questa pellicola così intensa e coinvolgente, il grande regista tedesco è riuscito a portare il suo cinema ad un livello più maturo e complesso rispetto ai, comunque ottimi, film precedenti.
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