Titolo: Flight
Titolo originale: Flight
USA: 2012. Regia di: Robert Zemeckis Genere: Drammatico Durata: 138'
Interpreti: Denzel Washington, Kelly Reilly, Don Cheadle, Bruce
Greenwood, John Goodman, Brian Geraghty, James Badge Dale, Melissa Leo,
Nadine Velazquez, Rhoda Griffis, Tamara Tunie, Garcelle Beauvais, Adam
Tomei
Sito web ufficiale: www.paramount.com/flight
Sito web italiano: www.flight-ilfilm.it
Nelle sale dal: 23/01/2013
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Sincero
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Con “Flight” Robert Zemeckis torna a dirigere un live-action. Dopo essersi dedicato a film in cui ha utilizzato il motion-capture, quali “Polar Express” (2004), “La leggenda di Beowulf” (2007) e “A Christmas Carol” (2009), Zemeckis dirige Denzel Washington in un thriller drammatico.
Il comandante Whip Whitaker è un pilota di linea, che come tutti i giorni va a lavoro. Quello che si prepara ad affrontare sarà, però, un giorno diverso dal solito. Dopo aver superato una brutta turbolenza, il pilota deve contrastare la caduta in picchiata dell’aereo.
Riesce a fare un atterraggio di fortuna e a trarre in salvo quasi tutti i presenti a bordo.
Sarebbe tutto a posto se non fosse per l’indagine che viene fatta per appurare le responsabilità del disastro. Whitaker vuole tenere nascosto qualcosa che potrebbe comprometterlo.
“Flight” racconta la storia dell’impresa straordinaria di un uomo, che diventa un eroe, e al tempo stesso della sua distruzione psicofisica. Whip nega il suo problema di alcolismo ripetutamente agli altri quanto a se stesso. Viene dominato completamente dai suoi demoni, che non riesce a fronteggiare, non si lascia aiutare neanche da coloro che tengono a lui.
È un uomo che non sa fare altro che mentire, raccontando e raccontandosi un sacco di frottole. È bravo nel suo lavoro, molto più di tanti altri, ma il suo problema potrebbe pregiudicarlo.
“Flight” è più di una semplice storia su un disastro aereo, si fa la conoscenza di un uomo e della sua interiorità, che si rivela per gradi nell’arco di tutto il film, in tutta la sua disarmante verità.
È un percorso di discesa negli inferi, che il protagonista fa insieme allo spettatore, testimone impotente di siffatta distruzione.
Questi è talmente partecipe di ciò che sta accadendo al protagonista da desiderare che gli succeda qualcosa che lo scuota e lo faccia rinsavire. Ci si preoccupa per lui, per ciò che ne sarà della sua vita.
Il film mette nella condizione di non sapere cosa accadrà al nostro eroe, quali scelte intraprenderà, e tiene in apprensione fino alla fine.
Il ritratto realizzato da Zemeckis e dallo sceneggiatore, John Gatins, è triste, sincero e toccante: avere delle cose che non si vogliono affrontare e risolvere, portano prima o poi a un tracollo fisico e mentale.
Questo è uno degli aspetti sui quali i realizzatori hanno posto l’accento e che fa riflettere.
Zemeckis è rimasto affascinato dalle sfumature dei personaggi, “ognuno è, in qualche modo, danneggiato e questo diventa il motore drammatico del film” – ha spiegato.
Il cineasta ha effettuato le riprese cronologicamente con l’intento di permettere all’interpretazione (degli attori) di crescere di intensità. Denzel Washington – candidato all’Oscar 2013 come Miglior Attore Protagonista – incarna perfettamente le miserie di quest’uomo, infondendo un’aria sicura di sé e, un attimo dopo, palesando una debolezza che non riesce a superare.
La pellicola fa porre degli interrogativi: “Per cosa va giudicato il comandante, per la sua notevole manovra che salva 96 su 102 anime? O per la sua condotta irresponsabile nel bere?
Lo spettatore rimane sconcertato di fronte a questo personaggio e con l’evolversi della storia si comprende quanto sia un giudizio che va ponderato e non dato con facilità. Se da un lato Whip è un eroe, in quanto nessun altro al suo posto sarebbe stato in grado di fare ciò che lui ha fatto, dall’altro è un debole arrogante, che prende in giro tutti, motivo sufficiente per essere arrabbiati.
La sequenza del disastro aereo è spettacolare, pregna di tensione e di sorpresa per la manovra intuitiva messa in atto dal pilota. Si rimane esterrefatti.
“Flight” sviluppa un’azione partecipata e sentimenti contraddittori nei confronti del protagonista, stimolandone la visione.
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