Titolo: Gloria
Titolo originale: Gloria
Cile: 2012. Regia di: Sebastián Lelio Genere: Drammatico Durata: 94'
Interpreti: Paulina Garcia, Sergio Hernández, Coca Guazzini, Antonia Santa María, Diego Fontecilla, Fabiola Zamora
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 10/10/2013
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Intimo
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Si parla già di Nuovissimo Cinema Cileno, un gruppo di registi quarantenni
prendono premi e riscuotono un grande successo in giro per il mondo.
Forse
deriva anche dal cambiamento antropologico che ha subito la società cilena
durante i venti anni di dittatura pinochettista. La nuova generazione si pone
domande e cerca risposte nel cambiamento morale, esistenziale e di modo di
vivere dei cileni, senza tuttavia dare risposte “ di sinistra “.
Registi di
fama o di buona notorietà che possono essere inseriti in questa nuova corrente
cinematografica sono Pablo Larrain ( “ Toni Manero “, “ No – i giorni dell’
arcobaleno “ ), Sebastian Silva ( “ La nana “, “ La vida me mata “ ), Cristian
Jimenez ( “ Bonsai “ ), Fernando Guzzoni ( “ Carne de perro “ ), Alejandro
Fernandez Almendras ( “ Huacho “ ), Andres Wood ( “ Violeta Parra se fue a los
cielos “ ) e non possiamo non ricordare alcuni ‘ vecchi ‘ come Miguel Littin,
Alejandro Jodorowsky e Patricio Guzman: tanto per citarne solo alcuni.
Tra ‘ i
novissimi ‘ c’è Sebastian Lelio non ancora quarantenne di origine argentina ma
che ha vissuto gran parte della vita in Cile: dopo vari cortometraggi e video
musicali, nel 2003 ha realizzato “ Cero “, un documentario basato su materiale
inedito sugli attentati dell'11 settembre a New York, co-diretto con Carlos
Fuentes.
Ha anche girato due stagioni della serie tv “ Mi mundo privado
“insieme a Fernando Lavanderos, in cui si seguono le vite di alcune famiglie
cilene di diversa estrazione socio-economica; del 2005 è il suo primo
lungometraggio “ La Sagrada Familia “ girato in tre giorni e vincitore di
numerosi premi internazionali.
Nel 2009, gira “ Navidad “ e nel 2011 porta al
Festival di Locarno “ L’Anno della Tigre “.
Il suo ultimo film è “ Gloria “ che al Festival di Berlino ha ottenuto il
premio per la migliore attrice protagonista, andato alla bravissima Paulina
Garcia. Un film che si può definire di stampo classico, con una direzione
placida e senza grandi colpi di scena. Anzi, sembra quasi che il regista pur
dirigendo una opera di fiction usi la macchina da presa come fosse una
documentazione su una donna e sullo stato delle cose esistenziale dei cileni.
Con un ritmo da commedia riflessiva, in alcuni momenti un po’ lenta ma dalla
struttura solida, accurata e in fondo originale.
Su cui prevalgono tutti gli
attori dai principali a quelli sullo sfondo.
Gloria è una signora di quasi sessantanni, divorziata da anni, con due figli
ormai grandi che fanno vite a sé e con un lavoro che la tiene ancora in pista.
Potrebbe accontentarsi degli amici, delle colleghe, come molte donne della sua
età, e invece cerca un nuovo compagno andando a feste, in sale da ballo, ad
eventi serali e anche in discoteche. Ma tutto questo lo affronta con decisione
ma anche senza alcuna frenesia.
Ad un certo punto sembra aver trovato un
nuovo compagno, si innamorano, fanno sesso, lei ha qualche piccolo sogno ma il
brav’uomo si rivela fragile, ancora succube dalla moglie da cui è separato e
dalle due figlie che pur adulte dipendono non solo economicamente da lui; è un
uomo così sottomesso che appare inaffidabile, misterioso e poco coerente con
ciò che si prefigge e promette. E dopo un paio di fughe di lui senza un
motivo importante, Gloria decide di piantarlo definitivamente e in modo anche
grottesco.
Ciò che risalta nella scelta registica è l’indugiare sui passaggi psicologici
della donna in modo elegante e naturale; in alcuni momenti si sofferma sul
corpo non più giovane di Gloria, nel mostrare imperfezioni, momenti intimi ( in
cui lei è sdraiata nuda sul letto o quando si fa la ceretta alle gambe ), sui
diversi look che la mostrano più attraente, ma soprattutto sulla forza d’animo
che ha questa donna che regge un’esistenza anche dura e solitaria con forza d’
animo: sempre in piedi, senza mai arrendersi nemmeno quando abbandonata si
trova addormentata su una spiaggia senza soldi e senza compagno.
Un ritratto
di donna solida, concreta, reale e senza patetismi o pietismi mielosi. Ed è
così brava l’attrice a dare la sua malinconia senza arretramenti che il finale
( in cui da sola balla in mezzo ad una folla sulle note della canzone “ Gloria
“ di Tozzi ) che potrebbe scivolare nel patetismo invece si trasforma in un
gioioso finale a modo suo.
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