Titolo: Jersey Boys
Titolo originale: Jersey Boys
USA: 2014. Regia di: Clint Eastwood Genere: Drammatico Durata: 134'
Interpreti: Christopher Walken, Francesca Eastwood, Freya Tingley, James Madio, Billy Gardell, Kathrine Narducci, Mike Doyle, John Lloyd Young, Vincent Piazza
Sito web ufficiale: www.jerseyboysmovie.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 18/06/2014
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Leggero
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Tratto dall’omonimo e fortunatissimo musical del 2006 di Marshall Brickman (
collaboratore di Woody Allen ) e Rick Elice ( consulente creativo di Walt
Disney Studios ) e con le musiche di Bob Gaudio, tastierista e corista dei The
Four Seasons – il musical ha ricevuto ben quattro Tony Awards e il Laurence
Olivier Award –, sceneggiato da John Logan ( Ogni maledetta domenica, Il
Gladiatore, Hugo Cabret ), racconta gli inizi, il successo e la decadenza del
gruppo rock’n roll The Four Seasons.
Ma il film pur rimanendo legato al
musical ha abbandonato la struttura divisa nelle quattro stagioni ognuna
raccontata da un membro della band e quindi visto da un suo punto di vista.
Jersey boys è una storia di italoamericani degli anni Cinquanta, tra vincoli
di sangue, piccole mafiosità e giovani che hanno ancora dei sogni e delle
speranze.
Questi ragazzi, adolescenti ancora per un po’, sentono la solita
appartenenza a un mondo a cavallo tra le origini italiane, quindi intrise di
piccola criminalità che sfiora quella grande, dove le regole di vita sono la
lealtà nei confronti degli amici e il sogno americano fatto di rock and roll,
voglia di riscatto e voci in falsetto.
Naturalmente nell’immaginario
collettivo filmico dello spettatore aleggia nei primi minuti Martin Scorsese, e
ci si meraviglia che non compaiano all’improvviso Joe Pesci ( citato nel film
), Bob De Niro o Paul Sorvino; seguendo le scene, pur rimanendo nell’alveo
antropologico di Scorsese, si sente la mancanza della minaccia, della vera
violenza, di quel verismo-trasfigurato anche familiare che Martin ci ha
inoculato nella mente. I protagonisti sono tutti credibili e bravi ma poco
oriundi, anche il bravissimo Christopher Walken, pur calatosi nell classico
stile della commedia del vecchio mafioso saggio, non rende per fisicità
credibile il suo ruolo.
E poi, in un mondo musicale in trasformazione come
quello della fine degli Anni Cinquanta, non citare mai Elvis o i Platters e
accennare soltanto a Sinatra sembra una sfumatura colpevole.
Siamo nel 1959 e il mondo sta cambiando, un po’ meno in quello dei
guagliuncielli del Jersey.
E’ l'epoca dei gruppi musicali maschili o misti che
pubblicano a volte con fatica canzoni sentimentali che diventano grandi
successi e non solo tra i giovani. Tra piccoli furti audaci e stupidi, tra
famiglie semplici le cui madri pretendono il bacio e l’affetto dai figli o poco
di più e mafiosi pater familias crescono tre ragazzi in fondo buoni anche se
pericolosamente al limite.
Loro non si accontentano della vita quasi
prestabilita, hanno dei sogni musicali e non vogliono uscire dal quartiere come
gli altri per entrare nell’esercito o diventare dei mafiosi: loro vogliono
essere famosi, o semplicemente vivere di musica. Il più talentuoso dei tre ha
appena sedici anni, è un po’ sbruffone e parecchio ingenuo, si chiama Francesco
Castelluccio ( diventerà famoso come Frankie Valli ), poi c’è Tommy DeVito,
simpatica faccia da schiaffi, il più disgraziato tra i tre, entra ed esce dal
carcere sin da ragazzo, per lui il mondo è da prendere e non importa come,
infine c’è Nick, quello più grande d’età, con minore personalità e che finisce
dentro per sei mesi solo per suonare di notte l’organo in una chiesa per far
colpo su una ragazza e per far cantare Frankie. Ma il loro sogno non è facile
da realizzare e fanno anni di gavetta suonando un po’ dappertutto, vivendo in
modo randagio, a volte restando senza soldi. Ma il successo arriva, la musica
innovativa e popolare di Frankie Valli e del gruppo - che prenderà il nome di
Four Seasons - raggiunge le classifiche e la popolarità televisiva, diventando
uno dei gruppi di maggior successo della storia della musica americana ( Big
Girls don't cry e Walk Like a Man sono solo due dei maggiori successi dell’
epoca ).
Nel 1991, la band ormai sciolta da decenni verrà inserita nel
Rock'n'roll Hall of Fame nel 1991. Il loro successo è durato pochi anni,
litigi personali e soprattutto la disonestà di Tommy DeVito che indebiterà il
gruppo con gli strozzini e con l’ufficio delle tasse per un milione di dollari,
li porterà a separarsi. E il povero Frankie si accollerà tutti i debiti da
solo per uno strano senso dell’onore e dell’amicizia, debiti che potrà
ripianare solo con anni di duro e faticoso lavoro che lo porteranno lontano
dalla famiglia e alla sua dissoluzione oltre alla perdita di una figlia assai
infelice.
Ma Valli resiste a tutto, agli alberghi di periferia, ai sensi di
colpa, ai bar con le poltrone in pelle rossa, al disfacimento del suo mondo d’
affetti ma la sorte alla fine lo premia incidendo una canzone in cui nessuno
crede, la famosissima Can't take my eyes off you nel 1967, successo planetario
che i più distratti conoscono perché è stata la canzone del film Il Cacciatore
di Michael Cimino ( in cui Chris Walken, Bob De Niro, John Cazale e John Savage
la cantavano in una delle scene mito del film ).
Eastwood a 84 anni prende questo progetto inizialmente destinato ad un altro
regista e sembra condividerlo con passione e trasporto. Fa un omaggio di un
epoca senza scivolare nella retorica o nel sentimentale, avvalendosi della
splendida fotografia di Tom Stern che non cerca mai con il colore la facile
atmosfera nostalgica né tantomeno romantica o idealistica.
Per giudicarlo un
ottimo film però dobbiamo dimenticarci da subito la lezione e il taglio alla
Scorsese che tuttavia aleggia nella prima parte e dobbiamo dimenticare che Il
grande Clint non è riuscito a focalizzare gli eventi chiave, quei piccoli o
grandi episodi capaci di dare spessore all'intera vicenda.
Molto bravi tutti gli attori, soprattutto John Lloyd Young che ha incarnato
Valli e il mito Chris Walken nel ruolo del capomafia.
Da segnalare, Vincent
Piazza nel ruolo di Tommy DeVito, delinquente, musicista e amico di Frankie (
già segnalato nel ruolo di Lucky Luciano nella serie televisiva Boardwalk
Empire ).
Assai piacevole il finale, tra stile musical e Bollywood, in cui tutti gli
atori ballano e cantano per strada. Per esagerazione sarebbe stato divertente
vedere anche Clint e la troupe ballare e scherzare in un finale leggero come un
soufflè.
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