Titolo: La stoffa dei sogni
Titolo originale: La stoffa dei sogni
Italia, Francia 2015 Regia di: Gianfranco Cabiddu Genere: Drammatico Durata: 101'
Interpreti: Sergio Rubini, Ennio Fantastichini, Alba Gaïa Bellugi, Renato Carpentieri, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Teresa Saponangelo, Luca De Filippo, Nicola Di Pinto, Jacopo Cullin, Fiorenzo Mattu
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 01/12/2016
Voto: 7
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Coraggioso
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Gianfranco Cabiddu dirige Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini in una storia che vede ben amalgamate ‘L’arte della commedia’ di Eduardo De Filippo e la sua traduzione de ‘La tempesta’ di William Shakespeare.
Durante una tempesta, un gruppo di attori e quattro detenuti si ritrovano sulla stessa barca, che cola a picco. Il mattino seguente i naufraghi si risvegliano sull’isola carcere, in cui il direttore sta aspettando i prigionieri.
Prima di essere individuati dalle guardie, che li stanno cercando ovunque, il boss minaccia il capocomico di far del male alla sua famiglia, se non permette loro di mescolarsi al gruppo.
Il direttore comprende la situazione e per smascherare i detenuti impone ai naufraghi di mettere in scena ‘La tempesta’ di Shakespeare, convinto di poter distinguere i veri attori dai falsi.
Nel frattempo la figlia del direttore dà aiuto ad un giovane naufrago, rifugiatosi in una radura sulla spiaggia. I due si innamorano, ma il padre le vieta di allontanarsi da casa. Cinque giorni è il tempo concesso al capocomico per realizzare lo spettacolo.
Quella che sulla carta può sembrare una fusione teatrale impensabile, nelle abili mani di Gianfranco Cabiddu diventa cinematograficamente possibile e ben confezionata.
Le riprese sono state effettuate a L’Asinara, il regista e gli attori hanno avuto a disposizione per gli esterni grandi spazi aperti e diverse location dell’isola da immortalare.
Nel film ci sono delle belle inquadrature dei paesaggi, che invogliano ad andare a visitarla. Peccato solo che alcune di queste, in pieno sole, siano meno luminose di quanto potessero essere.
Per il budget avuto a disposizione il film possiede un’ottima qualità espressiva.
Un ottimo lavoro lo fanno gli interpreti, alcuni più di altri, e tra questi si distinguono Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini, i quali esplorano in profondità i rispettivi ruoli.
Cabiddu ha voluto mettere in scena le vicende umane dei personaggi che si confondono e si fondono con quelle dell’opera shakespeariana.
Diverse sono le tematiche affrontate: la prima è l’amore per l’arte.
Lottare perché l’arte non muoia mai. L’arte dà modo all’essere umano di specchiarsi e riconoscersi nel bene e nel male.
Un mondo senza arte sarebbe infinitamente più triste. Quella portata in scena dal capocomico e dai suoi attori è una dichiarazione d’amore per l’arte teatrale, lo stesso direttore è un conoscitore del teatro, e quella di Cabiddu e del cast raffigura l’amore per l’arte tout court.
Si esplora il teatro attraverso il mezzo cinematografico e come spiega Sergio Rubini “L’importante è continuare ad avere la possibilità di raccontare delle storie, delle buone storie. Il cinema oggi deve avere l’opportunità di essere fruibile su ogni supporto mediatico sia esso il Pc, il Tablet, il Telefonino, la Tv”.
Altra tematica messa in evidenza è quella di costruire una prigione intorno a chi si ama. Il direttore vuole che la figlia sia protetta, senza rendersi conto che per anni l’ha tenuta in una prigione a cielo aperto.
Ciò di cui ha più paura è un’evasione, come gli fa notare il capocomico. “Quando si tiene lontano dal vivere quotidiano una persona, con l’idea di proteggerla, questo non è amore” sostiene Fantastichini.
Trailer
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