Titolo: Love & Secrets
Titolo originale: All Good Things
USA: 2010. Regia di: Andrew Jarecki Genere: Drammatico Durata: 101'
Interpreti: Ryan Gosling, Kirsten Dunst, Frank Langella, Kristen Wiig, Lily Rabe, Philip Baker Hall, Diane Venora, Nick Offerman, Trini Alvarado, John Doman, Zoe Lister Jones, John Cullum, Liz Stauber, David Margulies, Jicky Schnee, Tom Riis Farrell, Ashlie Atkinson, Michael Esper, Stephen Kunken, Maggie Kiley, Tom Kemp, Marion McCorry, Zabryna Guevara, Shirley Roeca, Stephen Singer, Jeanine Serralles, Kina Bermudez, Glenn Fleshler, Pamela Tyson, Lebroz Ariel James, Tristan Comeau, Sophia Rokhlin, Amelia Martin, Tamara Torres, Emily Alonzo, David Boston
Sito web ufficiale: www.magpictures.com/allgoodthings
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 01/06/2012
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Probabile Soluzione
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Nel 2003 il regista Andrew Jarecki presentava al Sundance Festival il tagliente documentario "Capturing The Friedmans",oscura fotografia di un padre di famiglia che,con uno dei suoi figli,veniva accusato e processato per molestie sessuali verso minori.
Nel suo debutto alla regia per il grande schermo Jarecki ripropone una tematica inquieta,modellandola su una storia ispirata ad eventi realmente accaduti fra il 1971 e il 2003,per i quali il regista offre una soluzione personale.
Il film si apre nel 1971 e racconta la storia di David Marks (Ryan Gosling) - Robert Durst nella realtà - figlio di un mogul del mercato immobiliare di New York e proprietario di una larga parte degli stabili della 42a Strada,concessi in affitto a postriboli,night clubs,negozi porno e saloni per massaggi.
Il patriarca della famiglia,i cui beni derivavano da ogni specie di attività svolte nell'ambito dei circoli sociali più altolocati,era Sanford Marks (Frank Langella),padre ingombrante per un David perennemente frustrato e vittima dell'ombra troppo densa del genitore,le cui aspettative erano quelle di vedere il figlio partecipare all'attività di famiglia.
Sulle ragioni del rifiuto del ragazzo,il regista non si sofferma,ma il rapporto pesante e morboso fra due caratteri incompatibili spiega la posizione di David e l'insorgere di un disturbante sentimento più prossimo alla follia che alla fragilità.
Quando il ragazzo incontra Katie (Kirsten Dunst),se ne innamora,contraccambiato e i due decidono di fuggire dalla città per trovare pace nel Vermont,dove aprono un negozio di prodotti alimentari bio,che chiamano "Tutte cose buone" ("All Good Things").
Jarecki ha già dato l'invito alla storia,calibrandola sul rapporto conflittuale fra padre e figlio,misurato in un confronto malato e divorato dal tarlo dell'incomprensione e della frustrazione.
Il racconto è pervaso dal silenzioso grido di David mangiato dentro dal senso di inadeguatezza viscerale verso un padre per il quale nutre sentimenti cui non riesce a dare risposta.
Per cui,quando il ragazzo viene richiamato a voce alta dal padre a tornare a Manhattan,non può che constatare la rovinosa perdita della propria identità davanti al peso di una figura dalla quale tende sempre più ad allontanarsi.
A New York Katie condivide con David ricchezza e lusso,ma si accorge ben presto di non conoscere affatto la persona che ha al suo fianco.
La discesa verso l'oblìo di David è descritta dal regista nei termini di un linguaggio lento e faticoso dove persino i dialoghi sono scanditi da un ritmo quasi gravoso ed estenuante e la narrazione segue un decorso stanco e manierato nelle tormentate immaginazioni di un uomo che guarda un abisso senza vederlo.
Mentre il matrimonio si stanca nell'attrito di una incomprensione non risolta,Katie,rigettata da uno suocero che ritiene che il figlio meriti di più,cerca e trova sollievo lontano dai circoli mondani.
Poi sparisce senza lasciare traccia.
Nell'incipit del film si odono le voci fuori campo dei dialoghi fra gli avvocati e David (Robert Durst) nel corso del processo di Galveston intentato nei suoi confronti per l'accusa di triplice omicidio.
Il racconto si dipana nella narrazione fra presente e passato di una disturbante storia di omicidi non risolti,fra le sequenze dei fatti dell'epoca e le voci registrate del processo.
Nel 1982 Katie sparisce,nel 2000 Susan Berman,amica di David,fu assassinata.
Entrambi i casi rimangono aperti.
Un'anno dopo,David,lasciatasi alle spalle la propria identità,travestitosi da donna e fingendosi muto,uccide e fa a pezzi il suo vicino di casa Malvern Bump (Philip Baker Hall).
La giuria,prima di spedire David in prigione,si pronuncia nei termini della legittima difesa.
Jarecki propone una sua soluzione al caso.
L'obiettivo del regista è fisso sulla figura di David,centro di una storia fra follia e dolore e agitata dagli spettri di un uomo sofferente e incapace di dare volto e far fronte alle proprie ossessioni.
Jarecki non si limita a costruire uno scenario che ospita le scomodità familiari,le disillusioni amorose e le nefandezze umane.
Il regista indaga su qualcosa di più inquieto e sinistro.
Inseguito dai fantasmi della morte della madre avvenuta quando David aveva sette anni e della figura del padre assoluto,l'uomo scivola nello stato di lucida follia che lo allontana da ogni realtà che lo possa portare in salvo,fino a scomparire a sè stesso per presentarsi nelle vesti di una donna muta e autoconfinata.
Entrambi i protagonisti principali riversano nei loro ruoli e nei loro personaggi intensa energia
e vivo senso del dramma.
Il film è un racconto lento e quasi faticoso di fatti di cronaca nera letti con lo sguardo di un regista intrigato da tematiche scottanti,passati al vaglio dell' interpretazione e condotti all'ipotesi di una soluzione personale.
Kirsten Dunst,via dalle ragnatele,mescola con talento la verve di un amore trovato,con il senso della struggente malinconia.
Il suo sorriso nella prima parte del film si spegne nell'espressione stupita e grave di chi varca i cancelli della disillusione.
In Frank Langella si conferma l'attore che si può permettere ogni migliore performance e caratterizzazione,dal "Corpo del reato" a "Il denaro non dorme mai",a "La nona porta".
Nel buio della mente e nel silenzio dei casi freddi,ciò che resta di "tutte le cose buone" è una frazione di felicità rubata dai fantasmi di ossessioni e paure narrate da un cinema che è forse documentario,forse fantasia o forse il racconto di una realtà solo immaginata per poter coniugare finzione e spettacolo.
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