Titolo: Maternity Blues - Il bene dal male
Titolo originale: Maternity Blues - Il bene dal male
Italia: 2011. Regia di: Fabrizio Cattani Genere: Drammatico Durata: 95'
Interpreti: Andrea Osvart, Monica Barladeanu, Chiara Martegiani, Marina Pennafina, Daniele Pecci, Elodie Treccani, Pascal Zullino, Giulia Weber, Lia Tanzi, Pierluigi Corallo, Giada Colucci, Franca Abategiovanni, Amina Syed
Sito web ufficiale: www.maternityblues.it
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 27/04/2012
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Onesto
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“Maternity Blues”, con la regia di Fabrizio Cattani, è stato sceneggiato dallo stesso Cattani e dall’autrice dell’opera letteraria dalla quale il film è tratto, Grazia Verasani.
Ora è disponibile in Dvd, distribuito dalla Fandango e CG Home Video, con interessanti contenuti speciali: il Making of, le Scene Tagliate, il Video Musicale e il Trailer.
Clara viene condotta nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario per aver commesso un infanticidio. Nella sua stessa condizione versano numerose donne, tra queste Clara fa la conoscenza della fragile ventitreenne Rina, dell’apparentemente sprezzante e provocatoria Eloisa e di Vincenza, che dopo sei anni passati a espiare la sua colpa, non riesce a sopportarla.
Quella che Cattani fotografa è una struggente verità, analizzata con sagacia. Tratteggia un tema ostico, di cui non si vuol sentir parlare e/o di cui si ignora la gravità.
L’infanticidio è una problematica importante, che troppo spesso viene colta e affrontata con superficialità, sia da parte dei familiari dell’infanticida, sia dalla società, abituata a giudicare frettolosamente e sommariamente situazioni scomode.
Eppure la depressione post-parto non è uno scherzo, ne tantomeno una semplice tristezza.
È qualcosa di più profondo e nascosto che si annida nell’animo umano e può esplodere in forme gravi e inaspettate. Capita che siano madri lasciate sole, senza una mano d’aiuto, che sacrificano tutto di se stesse: il proprio corpo, il sonno, le proprie energie, i rapporti interpersonali e ogni minuto della giornata, senza staccare mai.
In alcuni casi sono donne che hanno subito o subiscono maltrattamenti e quindi più inclini a cedere psicologicamente.
La società con i suoi giudizi affettati non è di sostegno.
Si fa presto a definire un individuo, senza conoscere i fatti, come fa un personaggio di passaggio nel film.
“Maternity Blues” non assolve e non condanna, dà una lucida visione di come si sentono queste quattro donne, non generalizza, ma prende in esame quattro diversi casi e li porta avanti con onestà.
Il senso di colpa è insopportabile e due di loro distruggono ogni possibile futuro: una in maniera definitiva, l’altra allontanando il marito disposto a ricominciare un passo alla volta.
Il regista dà spazio anche all’altra parte ferita, al padre/marito, che cerca di ricostruirsi una vita, non riuscendo a farsene una ragione, ma prendendosi la sua porzione di responsabilità.
Il film fa pensare e spinge a provare sentimenti di tolleranza e comprensione, non per l’atto in sé, ma per cosa lo abbia provocato. Se la donna è l’arma, chi l’ha caricata?
È questo che bisognerebbe domandarsi.
Il problema di fondo è che la società– tutti noi – in cui viviamo sembra rifiutarsi di comprendere “qualcosa che la psicologia e l’antropologia moderna hanno da tempo verificato: il cosiddetto istinto materno non esiste” hanno spiegato gli autori.
In effetti ci sono donne che non vedono l’ora di diventare madri e donne che non lo desiderano affatto e questo è nell’ordine delle cose, non è giusto fargliene una colpa, come invece succede.
Da tempo immemore le donne/mogli culturalmente sono spinte a fare figli, è loro dovere, se non vogliono essere considerate delle cattive persone o peggio. Oggi la libertà di cui gode la donna nei paesi occidentali e l’ignoranza dalla quale si è sottratta la rende più decisionista della propria vita e del proprio corpo, ciò non toglie che la problematica esista.
“Maternity Blues” è un film che tutti dovrebbero vedere, ben costruito e argomentato, lascia il segno.
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