Titolo: Nebraska
Titolo originale: Nebraska
USA: 2013. Regia di: Alexander Payne Genere: Drammatico Durata: 110'
Interpreti: Bruce Dern, Bob Odenkirk, Will Forte, Stacy Keach, Devin Ratray, Rance Howard, Missy Doty, June Squibb, Melinda Simonsen, Kevin Kunkel, Anthony G. Schmidt, Angela McEwan
Sito web ufficiale: www.nebraskamovie.co.uk
Sito web italiano: www.nebraskailfilm.it
Nelle sale dal: 16/01/2014
Voto: 8
Trailer
Recensione di: David Di Benedetti
L'aggettivo ideale: Nostalgico
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Trapiantato a Billings, in Montana, il vecchio e taciturno Woody Grant (Bruce Dern) riceve, un giorno, una lettera che gli comunica di essere il fortunato vincitore del jackpot di una lotteria pari a un milione di dollari.
Deciso a reclamare i suoi soldi, nonostante i tentativi a vuoto della vecchia moglie Kate (June Squibb) di convincerlo di essere oggetto di una palese truffa, Woody prova più volte a recarsi a piedi a Lincoln, nel Nebraska, per riscuotere il premio, ma riesce a percorrere solo qualche metro prima di essere rintracciato.
Preoccupato per lo stato mentale del padre, il figlio David (Will Forte) decide di accompagnarlo in macchina in quel viaggio ridicolo e senza scopo che si trasformerà, però, in un’insolita odissea familiare: quando Woody e David sostano nella loro cittadina d’origine, Hawthorne, la storia della “fortuna” del vecchio si spargerà così tanto da trasformare lui e tutta la famiglia in una celebrità e da attirare, inevitabilmente, gli avvoltoi (che saranno, guarda caso, i suoi stessi parenti).
Girato in un affascinante cinemascope e in un malinconico bianco e nero, “Nebraska” di Alexander Payne, regista di “A proposito di Schmidt” e “Paradiso amaro”, è un “road movie” che attraversa i luoghi di un’infanzia lontana (come già fu per gli ambienti familiari del Midwest di “La Storia di Ruth” ed “Election”), raccontando le vicissitudini surreali di una goffa coppia di protagonisti. Nelle lande desolate del Nebraska s’incrociano, infatti, le vite di grotteschi tipi umani che abitano piccole cittadine avulse dal tempo e dagli spazi caotici delle città, abbrutiti dal lento e inesorabile scorrere di giornate vuote passate davanti alla TV a bere birra.
“Nebraska”, però, non è solo nostalgica rievocazione del passato: è un commovente ritratto di un’unità familiare persa e poi ritrovata, di un rapporto padre-figlio lacerato dai silenzi ma, in fondo, indissolubile. Un film che sa cedere al malinconico e all’ironia nei momenti giusti, senza eccedere, grazie anche a una regia sì statica, ma ben studiata e calibrata per allinearsi perfettamente con quei paesaggi immobili e resistenti al tempo in cui si muovono i grotteschi personaggi.
La performance di Bruce Dern, davvero magistrale (tanto da essergli valsa, a Cannes, la Palma D’oro per il miglior attore protagonista), chiude l’opera forse più riuscita di Payne in un quadro commovente e formalmente elegante.
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