Titolo: Oh Boy, un caffè a Berlino
Titolo originale: Oh Boy
Germania: 2012. Regia di: Jan Ole Gerster Genere: Drammatico Durata: 83'
Interpreti: Tom Schilling, Friederike Kempter, Marc Hosemann, Katharina Schüttler, Justus von Dohnányi, Andreas Schröders, Arnd Klawitter, Martin Brambach, Frederick Lau, Ulrich Noethen, Michael Gwisdek
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 24/10/2013
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Piacevole
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Nei giorni in cui gli italiani accorrono nelle sale per checcozalonate e per
vedere una storia flebile di una piccola impresa meridionale gira silente e
orgoglioso nelle sale un piccolo grande film tedesco, girato in un bianco e
nero che fa sempre il suo effetto, riscaldato da una colonna sonora jazz
splendida che ricorda i film di Woody Allen degli Anni Ottanta/Novanta e con un
attore bravissimo per sottrazione, Tom Schilling. Ha un titolo minimalista e
giovanile ( sul genere Jarmush ), “ Oh Boy “ ( citazione di una canzone di
Lennon ) ed è una commedia tragica sui comportamenti folli e sconnessi delle
persone, nessuno escluso, padri, fidanzate, amici, artisti. Si potrebbe
intitolare anche Un giorno a Berlino, perché la storia inizia all’alba e
termina con l’inizio del giorno dopo ( quasi un omaggio a certo cinema della
Repubblica di Weimar, come “ Berlino, sinfonia d’una grande città “ di W.
Ruttmann, 1927 ).
Ma qui non ci sono ombre inquietanti, tristi figuri che
prevedono la catastrofe, non c’è nemmeno un disagio morale e spirituale. Forse
perché andiamo verso la catastrofe senza patemi d’animo. Qui c’è l’
attraversamento della città di un giovane senza alcuna qualità ma equilibrato
che non comprende e non si oppone agli atteggiamenti ‘ folli ‘ delle persone
che incontra o che conosce. Peccato solo che la bella città di Berlino resti
sullo sfondo e non può mostrare angoli e scorci importanti.
Niko Fisher è un giovane studente universitario fuori corso, si mantiene con i
soldi che la famiglia gli passa. Ha una fidanzata senza importanza, degli
amici che a volte è meglio perderli che trovarli e si trascina nella vita tra
solitudine, passeggiate e poco altro ( “ fa cose “ , “ vede persone “ ). E’
combattutto tra la voglia di partecipare alla vita e starsene per conto suo.
Ma il mondo che lo circonda non fa molto per lui e lui non riesce ad adattarsi
alla “ follia “ controllata degli altri. Non sembra avere desideri tantomeno
idee chiare sul suo futuro.
Lo seguiamo per un giorno intero, da quando si
sveglia a casa della fidanzata e se ne va senza nemmeno darle un bacio con la
scusa che ha da fare. In realtà sta solo traslocando nella nuova casa, ma se
la prende con comodo, in due settimane ha portato solo alcuni scatoloni che non
servono certo per andarci a vivere.
Conosce un inquilino del palazzo
impiccione e sconsolato, litiga in un bar con la ragazza al banco per un caffè
che costa più di tre euro, prende i soldi al bancomat ma gli mangia la carta,
deve parlare con uno psicologo per poter riavere la patente ritirata dalla
polizia perché era in stato fermato in leggero stato di ubriachezza.
Ma tutti
sembrano vivere in una lucida follia e il giovane, a quanto pare, reagisce
mettendosi alla disperata ricerca di un caffè e di avere dei soldi dal padre.
Ma entrambe le cose sembrano complicatissime.
La seconda soprattutto perché il
genitore ha scoperto che il figlio non frequenta più l’università da due anni e
ha deciso di tagliargli i viveri. Ma la giornata è lunga e incontra un amico
attore che gli parla con le frasi di Taxi Driver, in un bar viene avvicinato da
una ragazza con cui andava alle elementari, e lo mette di fronte alle ferite
emotive che le ha inflitto all’epoca perché lei era grassa, adesso è dimagrita,
fa l’attrice in teatrini off e lo invita ad uno spettacolo per quella sera.
E
nel cesso del teatrino off lei cerca di avere un rapporto con lui ma quando il
ragazzo non sembra interessato lei lo minaccia e lo aggredisce. In un bar
notturno Niko si ritrova con un vecchio che sembra sproloquiare e invece è un
testimone della persecuzione degli Ebrei: il passato è ancora presente nella
Germania contemporanea… Insomma scene di ordinaria follia che follia non è
più.
“ Oh Boy – un caffè a Berlino “ è stato un evento nella cinematografia
tedesca, il giovane regista, alla sua prima opera, ha ottenuto al German Film
Prize sei premi Lola, tra cui quello di miglior film, miglior regia, miglior
sceneggiatura, migliore attore protagonista e non protagonista e migliore
colonna sonora.
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