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Titolo: Sing Street
Titolo originale: Sing Street
Irlanda 2016 Regia di: John Carney Genere: Drammatico Durata: 106'
Interpreti: Lucy Boynton, Maria Doyle Kennedy, Aidan Gillen, Jack
Reynor, Kelly Thornton, Ferdia Walsh-Peelo, Lydia McGuinness, Kyle
Bradley Donaldson, Mark McKenna, Ian Kenny, Ben Carolan, Percy
Chamburuka
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 09/11/2016
Voto: 7
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Emozionante
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Conor, detto ‘Cosmo’, è un quindicenne che a causa dei problemi economici della famiglia è costretto, non senza problemi di ambientazione, a cambiare scuola passando da un istituto privato a uno pubblico.
Aiutato dai consigli del fratello maggiore e per fare colpo su Raphina, una ragazza più grande, Cosmo decide di fondare una rock band assieme a un gruppo di compagni di scuola fra i quali spicca il polistrumentista Eamon.
Il 44enne bassista John Carney torna nuovamente al suo primo amore e confeziona l’ennesima prova cinematografica ambientata nel mondo della musica; suoi in passato il pluripremiato “Once”, sempre ambientato nella natia Irlanda, e il più plastificato, sdolcinato, e Made in USA, “Tutto può cambiare”.
Carney questa volta getta nella mischia la parte più esistenziale della propria giovinezza passata fra gli anfratti della proletaria Irlanda nel tentativo di sfondare nel mondo della musica, rileggendo il proprio passato alla luce dei suoi attuali 40 anni e facendo scivolare qualche sana lacrimuccia a chi, come il sottoscritto, ama il brit - pop degli 80ies, il tutto non senza strizzare l’occhio al duo Lennon – McCartney: è difatti molto difficile non intravedere fra le pieghe dell’amicizia che unisce Eamon e Conor le figure dei due fondatori dei ‘fab4’.
Al termine di una cavalcata di quasi due ore fra le pieghe dei nuovi ‘The commitments’, ma con molta più amicizia a unire i membri del gruppo, si riflette e sorride alle gesta dei ‘Sing Street’, gruppo scolastico di Blues – Rock, in bilico fra i Cure e David Bowie, fra la chitarra di John Taylor e la voce di Tony Headley, fino al basso e alla chitarra dei fratelli Kemp, per concludere con una consapevolezza rara in un protagonista adolescente e di belle speranze, alter ego dello stesso Carney e splendidamente interpretato da Ferdia Walsh-Peelo, alla sua prima apparizione sul grande schermo.
Alla fine si scivola placidi verso un finale di certo troppo buonista, per una delle più melodiche fiabe esistenziali di questo 2016, a dimostrazione che anche di fronte alle mille difficoltà che ti presenta la vita nulla è vietato. Basta semplicemente volerlo.
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