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The irishman (The irishman) USA 2019 Regia di: Martin Scrosese Genere: Drammatico Durata: 209' Cast: Joe Pesci, Robert De Niro, Al Pacino, Bobby Cannavale, Harvey Keitel, Ray Romano, Stephen Graham, Jesse Plemons.
Nelle sale dal: 04/11/2019 Recensione di: Ciro Andreotti Voto: 6 L'aggettivo ideale:Routine...
Tra le mani di Martin Scorsese l’esistenza di un anziano malavitoso ridotto su una sedia a rotelle a trascorrere i suoi ultimi anni in una casa di cura, diventa storia di una generazione cresciuta tra i sibili dei proiettili della seconda guerra mondiale ma anche pronta a rimboccarsi le maniche a conflitto ultimato. Frank Sheeran, guardaspalle di Jimmy Hoffa, Líder Máximo del sindacato autotrasportatori e suo amico fraterno, diviene fonte d’ispirazione per narrare l’ennesima storia di un’Altra America, una nazione piena di contraddizioni e di slanci di apparente generosità come quella che contraddistingue Russ Bufalino, boss mafioso amico dello stesso Frank, originario della provincia di Catania e assurto a protettore di coloro che a lui si rivolgevano sapendo di trovare quelle risposte che la giustizia non gli poteva fornire.
Un acceleratore burocratico da pagare a caro prezzo, un uomo dal quale prendere le distanze e al tempo stesso da cercare di farsi amico.
La vita e le parole dell’Irlandese del titolo, soprannome dello stesso Sheeran, sono usate in soggettiva esattamente come quelle che a suo tempo impiegò Ray Liotta per descrivere cosa significasse essere un ‘bravo ragazzo’ nella metà dei ‘50 e di lì a seguire.
La pellicola di Scorsese aggiunge la solita costruzione di ambiente e di dialoghi ai limiti della perfezione. De Niro e Pacino, coadiuvati da Joe Pesci, riesumato per l’occasione, e nei rispettivi ruoli di Sheeran, Hoffa e Bufalino sciorinano le solite prove che non aggiungono però nulla a quanto di eccezionale avevano già in passato saputo mostrarci. Altrettanto preziosa e rara la colonna sonora composta da molte hit e pezzi minori provenienti dagli ultimi 50 anni di musica d’oltreoceano.
Scorsese dirige con la solita maestria affondando le mani in una sostanza che ben conosce ma senza i medesimi lampi di genio che in passato lo avevano portato a creare indimenticati capolavori all’ombra del crimine.
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