Titolo: The Railway Man
Titolo originale: The Railway Man
Australia, Gran Bretagna: 2013. Regia di: Jonathan Teplitzky Genere: Commedia Durata: 116'
Interpreti: Nicole Kidman, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Jeremy Irvine, Hiroyuki Sanada, Sam Reid, Marta Dusseldorp, Tom Hobbs, Masa Yamaguchi, Byron J. Brochmann, Shinji Ikefuji, Ewen Leslie, Charlie Ruedpokanon, Yutaka Izumihara, Akos Armont, Tanroh Ishida, Tom Stokes
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 11/09/2014
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Pathos e Perdono
Scarica il Pressbook del film
The Railway Man su Facebook
Può il tempo sopire l'odio per una guerra di ieri,o la memoria perdonare le colpe commesse,o l'anima trovare pace nell'oblio dei torti subiti?
Jonathan Teplitzky risponde con un cinema austero e intenso nel suo film "The Railway Man",ispirato all'autobiografia di Eric Lomax,storia di un prigioniero inglese in un campo di concentramento giapponese durante la seconda guerra mondiale.
Presentato al Festival Internazionale di Toronto nel settembre del 2013 e solo in seguito distribuito nelle sale,"The Railway Man" riassume la tipica accezione di cinema introverso e silenzioso,tanto discreto quanto autentico in ogni sua forma di spettacolo old-fashion,capace di veicolare le emozioni più profonde in ogni singolo respiro di fotogramma montato.
Lomax,un ufficiale inglese d'istanza in estremo oriente nel '42,era stato catturato dai giapponesi e condannato ai lavori per la costruzione dell'infamante Death Railway,la ferrovia che collegava la Thailandia a Burma,costata la vita a migliaia di prigionieri di guerra.
Lomax fu torturato,percosso e picchiato selvaggiamente secondo gli ordini dell'ufficiale giapponese Takashi Nagase (Hiroyuki Sanada,nell'età avanzata del protagonista),perchè accusato di spionaggio dopo che fu trovato in possesso di una radio che lui stesso aveva assemblato all'interno del campo.
Il film si apre nel 1980,in Inghilterra,quando l'ormai adulto Lomax (Colin Firth),libero da anni, vive la sua vita di "innamorato delle ferrovie" percorrendo la rete che collega ogni angolo del Regno.
E' durante uno dei suoi viaggi che Eric incontra Patti Wallace (Nicole Kidman),che diventerà presto la signora Lomax.
Ma non passerà molto tempo prima che Patti si accorga che nel marito brucia un fuoco che l'uomo stesso non riesce a non far trapelare.
Incubi e memorie del suo orribile passato in guerra divorano Lomax dall'interno e Patti dovrà fare del suo meglio per aiutare e sostenere le fragilità del marito,accompagnandolo in un viaggio di dolorosa memoria e ad una decisione che Eric prenderà per riuscire a vincere i suoi demoni.
Composto in una rara eleganza,il film corre come il suo treno dall'incipit all'epilogo,fluido,commovente nella sua articolata complessità,come una vera favola narrata da un fine dicitore.
L'incontro sul treno fra Eric e Patti,stringato e sbrigativo,ricorda un po' quello fra Gene Tierney e Cornel Wilde dell'inquietante "Leave Her To Heaven" ("Femmina Folle") di John M. Stahl,ma qui la scena ha i presupposti melò di un'introduzione di tutt'altro amalgama,un ironico,languido e sentimentale scambio di occhiate patinate e pretestuali,vestite di verve in puro smalto inglese ("...non è esattamente una coincidenza"..."...non è proprio una sorpresa...",si dicono i due al loro secondo apparentemente casuale incontro alla stazione.
Firth ha gli occhi per tutte le stagioni,con una gestualità e una mimica persuasiva e vincente come sempre in ogni suo ruolo davanti alla cinepresa ("Il Discorso el Re","La Talpa","The Devil's Knot").
Qui Firth ha lo sguardo sgranato e attonito di un uomo che è preda di stupori infiniti e di ossessioni nascoste,come dolenti spasmi segreti e sepolti in memorie infernali.
Quando gli spettri scappano dall'anima di Eric e gli irrompono nella vita,come usciti dalla porta dei ricordi,la recitazione di Firth spicca ai vertici di una professionalità da vocabolario di cinema e la sequenza che mescola le ombre di Lomax con il suo presente è una pennellata di cinema d'eccellenza.
Firth cambia espressione,i suoi occhi mutano in luce e dimensione,la sua mimica fluttua sugli avvenimenti.
Il passato ritorna,mai annegato dagli anni trascorsi e le pagine di ieri,sfogliate insieme ai racconti che le riportano alla mente,si compongono nell'elegante continuità di un cinema diretto con la regola dell'arte.
L'ispezione interiore del protagonista è graduale e dosata con raffinata maestria e la rivelazione dei fantasmi di Lomax è un'epifania sorda e dolente che il regista scioglie nel racconto come una chimica maligna e ossessiva sublimata in laceranti silenzi.
La tratta ferroviaria Birmania-Thailandia era già stata il minaccioso palcoscenico di "Il Ponte sul Fiume Kwai" di Lean,dove in un campo di prigionia giapponese il colonnello inglese Nicholson (Alec Guinness),dopo aver subìto torture e vessazioni dal comandante del campo,accetta di dirigere i propri uomini nella costruzione del ponte sul fiume.
L'affinità storica fra "Kwai" e "Railway" non riconduce ad una tematica che vuole accomunare i due film, perchè mentre in "Kwai" l'elemento centrale si formula nello spirito patriottico di un gruppo al comando del loro superiore,in "Railway" l'obiettivo del regista lavora dentro la persona di Eric,ne rovista gli angoli bui,ne fruga i recessi e le pieghe dell'anima e infine ne risalta la pietà.
Firth sembra recitare con gli occhi,che armonizza alla densità delle scene,la Kidman emana tepore dalle sue parole mute e dall'espressione del viso.
L'intero film sembra formarsi nelle emozioni trasmesse dalle iridi dei due artisti,entrambi dotati di straordinaria empatia.
Il confronto fra Lomax e il suo carnefice è insieme lacerante e liberatorio.
Accusa e supplica si affrontano su un palcoscenico di immensa pietà.
Eric e Nagase si rivedono con gli stessi occhi di un tempo,ciascuno inseguito dai propri fantasmi,entrambi divorati dai propri demoni,tutti e due bisognosi dell'altro.
Forse entrambi gli uomini erano sopravvissuti per arrivare a quel giorno,quando si sarebbero incontrati di nuovo dopo che tanti anni avessero concepito nel loro grembo le ombre della vendetta e il tremito del rimorso,dopo che così tanto tempo passato avesse avuto modo di formare in loro quel bisogno di pace e di riposo così propri dell'anima dell'uomo,così lontani dall'arsura del rancore,così interpreti di quella luce che oscura l'odio e che dà voce al perdono.
|