Titolo: Venere in pelliccia
Titolo originale: La Vénus à la fourrure
Francia: 2013. Regia di: Roman Polanski Genere: Drammatico Durata: 96'
Interpreti: Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 14/11/2013
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Seducente
Scarica il Pressbook del film
Venere in pelliccia su Facebook
Dal 14 Novembre al cinema, la nuova commedia di Roman Polanski. O meglio, un film travestito da commedia che si rivela ben presto un film di denuncia.
Un duetto appassionato tra Emmanuelle Seigner e Mathieu Almarich: un tango sensuale che lascia posto ad una vendetta, quella classica, servita fredda.
Un film molto particolare Venere in pelliccia: un duetto irrefrenabile tra due attori carismatici, un esempio di teatro nel cinema. Forse, l’espiazione di una colpa.
Se con Rosemary’s Baby Polanski aveva esorcizzato il terribile omicidio della moglie, avvenuto per mano del satanista Charlie Manson, con quest’opera, che alla fine si rivela una presa di posizione e di coscienza da parte della donna, chi sa che il regista non abbia voluto rimediare al rapporto sessuale con una minorenne che da anni lo costringe all’esilio in Europa.
In un teatro parigino, Thomas ha passato la giornata a fare audizioni per una parte femminile ma non ha trovato nessuna attrice capace di interpretare degnamente la parte.
In serata, tutta bagnata per la pioggia scrosciante, arriva Vanda.
Apparentemente stupida, volgarotta e ignorante, Vanda chiede strenuamente di provare la parte e sorpresa, sorpresa, la conosce a memoria e la interpreta a meraviglia.
Thomas è incantato, provano insieme la piece, appassionandosi sempre più: Vanda suggerisce consigli circa gli oggetti di scena, è attenta e preparata. E ben presto si rivelerà una femme fatale senza freni.
Presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes, Venus in fur è un film malizioso, brillante, acuto e seducente.
Seducente proprio come la Emmanuelle Seigner che dà il volto a questa nuova Venere vendicativa e imperscrutabile.
L’impianto è prettamente teatrale e il piano sequenza iniziale ci conduce da un viale alberato tipicamente parigino all’ingresso del teatro. Qui, sul palcoscenico, è ambientato l’intero film: una soluzione azzardata e coraggiosa che Polanski affronta senza paura, aggirandosi intorno ai due attori e svelandone a poco a poco, rispettivamente, le intenzioni e le debolezze.
In un onnipresente chiaroscuro, la narrazione oscilla tra finzione e realtà, fino ad arrivare al colpo di scena finale.
La musica, che all’inizio del film era il classico, brioso, accompagnamento di un’allegra piece teatrale, si fa ben presto carica di tensione: erotica ed emotiva.
Sul finale, la resa dei conti. E la macchina da presa così com’era entrata nel teatro, pian piano torna all’aperto, alla libertà tanto cercata e tanto spesso negata.
Un’intera metafora sul gioco della seduzione ed un film che, dopo Carnage, torna a concentrare un numero minimo di attori in uno spazio chiuso.
|