Babylon A.D.
Titolo originale: Babylon A.D.
USA, Francia: 2008. Regia di: Mathieu Kassovitz Genere: Fantascienza Durata: 90'
Interpreti: Vin Diesel, Gérard Depardieu, Melanie Thierry, Lambert
Wilson, Mark Strong, Michelle Yeoh, Jérôme Le Banner, Charlotte
Rampling, Joel KirbyDepardieu, Melanie Thierry
Sito web: www.babylonadmovie.com
Nelle sale dal: 24/10/2008
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Piergiorgio Ravasio
Con un lampante riferimento (nel titolo) alla biblica città simbolo del vizio e della perdizione, l'ultima fatica di Kassovitz crediamo si possa associare più facilmente all'accezione contemporanea di questo termine: un qualcosa che assomma a sé quanto di negativo ci possa essere.
Ebbene sì. Perchè una tale confusione, per fortuna, non si vede scorrere tutti i mesi sui grandi schermi delle nostre sale.
Una giovane donna con dei poteri sovrannaturali. La necessità di spostarla dal convento in cui è reclusa da 18 anni. Alle sue calcagna un gruppo di personaggi dai connotati alquanto indefiniti. Una congregazione, chiamata i "Noeliti", che non si capisce più di tanto che cosa vogliano fare. Un guazzabuglio di idee che spesso lasciano allo spettatore l'ingrato compito di mettere assieme il puzzle di questa storia, senza chiedersi troppi perchè e trovando lui stesso le spiegazioni che gli sembrano più convincenti.Ma andiamo per gradi. In una metropoli del futuro, gravata da tumulti e disordini di ogni specie, il mercenario Toorop (il classico Vin Diesel che veste i consueti abiti dello spietato, dal carattere molto spigoloso e con la morale lasciata dietro alle spalle) riceve un incarico dalla mafia che controlla l'Europa dell'est. Deve proteggere la giovane Aurora nel suo spostamento dal convento in Mongolia (dove è sempre stata) per condurla nella città di Manhattan.
Ci vorrà poco per capire che si tratta di una ragazza speciale: controllata a vista in maniera ossessiva da una suora, a due anni parlava ben diciannove lingue ed ora ha sviluppato facoltà divine che le consentono di prevedere le cose.
La missione si dimostrerà più difficile del previsto poiché qualcuno la ostacolerà in tutti i modi possibili.
Dopo aver lasciato il segno con pellicole di ben altro spessore (basta citare "L'odio" nel 1995, "I fiumi di porpora" nel 2000e "Gothika" nel 2003), la genialità di questo cineasta sembra essere finita in qualche cassetto e le chiavi gettate in qualche angolo buio
della stanza.
Liberamente ispirato al best seller “Babylon Babies”, del francese Maurice Dantec, considerato un grande thriller futuristico e romanzo che aveva la reputazione di essere inadattabile, Kassovitz scrive la sceneggiatura traendone solo l'ispirazione. Scrive nuove scene, taglia alcune parti, aggiunge nuovi elementi, dipinge un futuro che vorrebbe assomigliare a quello di "Blade runner" o di "Mad Max" ma che ha poco di fantascientifico (il look del film viene definito dal regista low-tech. "Un film di fantascienza a bassa tecnologia, cioè ambientato nel futuro ma dove la tecnologia non è sviluppata come la vediamo nei normali film di fantascienza").
Trama poco incisiva, punti oscuri, tagli in fase di montaggio, finale talmente improvvisato e brusco che non ha senso nemmeno commentare.
Tutti aspetti che ci fanno dimenticare anche i pochi lati positivi del film quali fotografia e scenografia (le immagini sulla neve girate in
Svezia, il sottomarino che emerge dal ghiaccio, il convento disperso tra le montagne) o le comparse del mafioso Gérard Depardieu e della malvagia sacerdotessa Charlotte Rampling.
"Babylon A.D. Tratta temi che mi affascinano, in particolar modo il tema della fede. Molte persone hanno necessità di credere. C'è chi usa
la religione per cercare di guarire le anime, mentre altri la sfruttano per fare soldi.
Mi interessava la denuncia del film nei confronti di questo fenomeno.", si è sbilanciato il cineasta.
Se per recuperare la fede bisogna sorbirsi un simile pastrocchio che fa acqua da tutte le parti, risulta ancora più efficace la messa domenicale con il sermone del buon vecchio parroco.
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