Immortal (ad vitam)
Francia: 2004. Regia di: Enki Bilal Genere: Fantascienza Durata: 102'
Interpreti: Charlotte Rampling, Linda Hardy, Thomas Kretschmann
Recensione di: Marco Massaccesi
New York 2095. In una strana piramide flutuante nel
cielo, gli dei dell'antico Egitto stanno giudicando Horus. Nel
frattempo nella citta, una donna misteriosa viene arrestata, la donna
però possiede un potere
segreto...
Immortal (ad vitam)
23° secolo, Jill (Linda Hardy), una misteriosa donna con i capelli blu
si aggira per New York. Lei ancora non lo sa ma Horus, un dio con la
testa di falco, la sta cercando per sedurla.
La divinità, però, ha bisogno di un corpo umano, prende così le
sembianze di Alcide Nikopol (Thomas Kreschmann Il Pianista, La regina
Margot), ex prigioniero politico...
Enki Bilal con questo "Immortal ad Vitam" è alla sua terza prova da
regista dopo "Bunker Palace Hotel" e "Tykho Moon". Nato a Belgrado nel
1951 si trasferisce dopo dieci anni a Parigi dove scopre la lingua
francese, i fumetti ed il cinema. Per chi è appassionato della trilogia di Nikopol creata dalla mente
visionaria di un Bilal giovanissimo, sappia che la trasposizione
cinematografica ha dei sostanziali cambiamenti.
A partire proprio dal personaggio principale, Nikopol, che sulle tavole
era un disertore quasi pacifista nella pellicola è un rivoluzionario
mandato in ibernazione per i suoi atti sovversivi.
Ad Horus, il dio "Falco", che nei disegni era più assetato di potere e
di vendetta ed invece, nel film, condannato alla mortalità, desidera
solo tramandare la sua divinità ingravidando la neo cibernetica Jill.
In realtà tutto il concetto di divinità viene ridefinito, nei volumi a
fumetti viene visto come se gli dei fossero una sorta di comunità
vampiresca ed assetata di potere, a differenza del contesto
cinematografico la quale viene elevata ad un livello quasi solenne,
anche se in una scena li vediamo giocare a monopoli (forse una delle
poche cose riprese dal fumetto).
Ma Bilal stesso ha dichiarato che era impossibile riproporre quel mondo
futuristico ed aberrante tutto alla stessa maniera.
I disegni erano puro delirio pittorico, in ogni "vignetta" si potevano
trovare una quantità di personaggi e di idee quasi improponibili da
filmare. Vari elementi, comunque, rimangono fedeli, la gamba di ferro
"aggiustata" dal dio Horus a Nikopol, la piramide apparsa
improvvisamente sul cielo di New York (nei fumetti era Parigi), il
clima elettorale univoco,il look della "Donna Trappola" Jill.
Ad onor del vero, la pellicola, vista fuori dal contesto fumettistico,
funziona ugualmente, è ironica, intensa e visionaria. Fa parte di quei
film che non si riescono a catalogare come pura fantasy, dietro c'è ben
altro.
Il manovratore di questo mondo alternativo è uno di quei personaggi che
rivoluzionò il mondo del fumetto (insieme ad un altro grande come
Moebius) e con la macchina da presa è riuscito a renderlo fruibile a
tutti, lasciando intatta la sua spinta sovversiva e visionaria.
Affascinante, forse è questa la parola giusta, ed a chi non piace
questo genere di cose, bè, è meglio che si continui a leggere Topolino.
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