Jumper
Titolo originale: Jumper
USA: 2008. Regia di: Doug Liman Genere:
Fantascienza Durata: 90'
Interpreti: Hayden Christensen, Samuel L. Jackson,
Diane Lane, Jamie Bell, Rachel Bilson, Katie Boland, Brad Borbridge, Adam
Chuckryk, Nathalie Cox, Tom Hulce, Michael Rooker, Sean Baek
Sito web: www.jumperthemovie.com
Nelle sale dal: 29/02/2008
Voto: 6,5
Recensione di: Gianluca Frappampina
David, un giovane con pochi amici e un'unica una tenera figura comprensiva, Millie, incappa in uno sfortunato incidente propiziato da poca prudenza.
Nei pressi di un lago ghiacciato, sotto i suoi piedi, una sottile lastra di ghiaccio cede, inghiottendo il giovane nell'acqua gelida. Vani i tentativi dei soccorritori, ad intervenire non sarà uno di loro, bensì un potere latente fino a quel momento, palesatosi solo nel momento del bisogno.
David si teletrasporta involontariamente lontano dalle acque gelide che ormai lo avevano spinto allo stremo delle forze, al sicuro. Da quel giorno David non sarà più lo stesso.
Dandosi alla bella vita, intraprendendo spesso viaggi "lampo" in qualunque parte del mondo,saccheggiando banche senza lasciare tracce, si scontra con un'organizzazione formatasi allo scopo di eliminare tutti i cosiddetti jumper, i Paladini. Fanatici, esaltati, danno la caccia a coloro che ritengono essere usurpatori di poteri che solo Dio dovrebbe possedere. Comincia così una battaglia sfrenata nella quale David potrà contare sull'alleanza di un "collega" di salti attraverso lo spazio\tempo, Griffin, non proprio il "Robin" della situazione. Gli scenari più disparati e suggestivi. Dal Giappone all'Egitto, dai geli del polo all'afa del deserto.
Entusiasmo ingiustificato per questa pellicola. La sensazione è che si sarebbe potuto fare di più.
Gli effetti speciali sono notevoli, (sono stati spesi circa 85 milioni di dollari per girare questo film), le ambientazioni, fra cui anche l'interno del Colosseo a Roma, sono eccezionali, suggestive e numerose (scappa un sorriso nel vedere tela trasportato il poliziotto nostrano sul testone della Sfinge di Giza).
Eppure una trama partita da un'idea interessante, che prendeva le giuste distanze dallo stile supereroe troppe volte rispolverato (in considerazione soprattutto dell'indole dei jumper, non proprio nobile), ha finito con lo scemare la sua attrattiva e appiattirsi nel corso dei minuti. Intendiamoci, ormai sembra di aver visto un po' tutto e anche il concetto di teletrasporto non esula da questa carenza di originalità (in Star Trek la usavano già quarant'anni fa) eppure i presupposti per fare bene c'erano.
La storia d'amore, in secondo piano, trascurata, è sempre quella trita e ritrita da centinaia di film, e l'impressione è che Rachel Bilson, senz'altro famosa per la serie tv celebre fra i teenager (The O.C.) sia stata impiegata più per questa sua fama che per dare una marcia in più al film.
I dialoghi sono poveri di contenuti, e solo Samuel L. Jackson si alza sopra la media sotto tale profilo, colmando il vuoto della sostanza con grande espressività: sguardo torvo, traboccante di rabbia, doppiatura (Luca Ward) profonda, ruvida. Peccato per la scelta della tinta, d'un bianco innaturale, che sottrae credibilità al personaggio severo. L'unico adulto in mezzo a bambini.
La fotografia è positiva con primi piani e panoramiche scelte nei momenti giusti, tuttavia non è tutta farina del suo sacco. Le ambientazioni spesso mozzafiato aiutano non poco.
La "pratica" è stata risolta frettolosamente, appena 88 minuti, in cui l'unica attrattiva, i salti da una parte all'altra del mondo, viene distribuita generosamente, ma a stufare c'è ben altro.
In conclusione, l'idea era buona, il regista all'altezza (si ricorda the Bourne identity e Mr. & Mrs. Smith), gli attori esperti (Jackson) e promettenti, il budget di tutto rispetto, la realizzazione, in particolare la sceneggiatura, da dimenticare.
Dove poteva arrivare il fioretto, si è scelto il machete e resta la preoccupazione sulle voci che vogliono questo film accompagnato da due seguiti per comporre una trilogia…
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