La guerra dei mondi
USA: 2005. Regia di: Steven Spielberg Genere: Fantascienza Durata: 112'
Interpreti: Dakota Fanning, Miranda Otto, David Alan Basche, Tim Robbins, Tom Cruise
Recensione di: Iolanda Siracusano
Dare corpo, volto e consistenza a ciò che da sempre ci affascina, ma allo stesso tempo ci terrorizza, non è un'impresa facile. In tanti, e la storia del cinema ha avuto modo di dimostrarlo, sono e sarebbero caduti nel grottesco e nel caricaturale. In tanti. Non un signore però che di nome fa Steven e di cognome fa Spielberg. Lui di extraterrestri decisamente se ne intende. Ne aveva dato prova già nel lontano 1982, anno di uscita di "E.T - L'extraterrestre", quando con la storia del piccolo alieno abbandonato sulla terra, commosse platee sconfinate di adulti e bambini. L'aspettativa, dunque, nei confronti del su menzionato signor regista era alta, altissima. E per l'intera prima parte de "La guerra dei mondi", tale aspettativa viene totalmente appagata. Il merito va oltre che all'incredibile regia visionaria di Spielberg (Spielberg è Spielberg), ad uno straordinario Tom Cruise nei panni di Ray Ferrier. Ciò senza nulla togliere alla sorprendente interpretazione della piccola e già bravissima Dakota Fanning nel ruolo di Rachel. Peccato che nella seconda parte della pellicola, durante il tentativo dei "tripodi" invasori (una sorta di meduse in acciaio) di sterminare il genere umano, la scena si tinga di splatter. E peccato soprattutto per la soluzione a dir poco "fiabesca" del gran finale. Ma procediamo con ordine. Tratto dal celeberrimo racconto "La guerra dei mondi", pubblicato da H.G. Wells per la prima volta nel 1898, il film mette in scena una paura atavica del genere umano: quella di dover, prima o poi, volenti o nolenti, affrontare un attacco da parte di forme di vita provenienti da altri pianeti. Per l'occasione Spielberg dà a quello che aveva concepito come un "E.T." dolce e smarrito, un segno decisamente negativo. Così, dopo averci fatto infatuare dei nostri potenziali coinquilini di Universo, prova molto, molto seriamente a farceli odiare. E ci riesce benissimo, dato che i non avvezzi al genere alta-tensione-horror, balzeranno frequentemente dalla poltrona ipotizzando l'irreparabile per l'umanità. A vivere attimi di puro terrore, a parte per qualche scena ben fatta e iperrealistica di disintegrazione e sterminio collettivo, è per la verità un'umanitàmolto compressa: una famiglia, ovviamente americana, ovviamente non di quelle che si sceglierebbero per pubblicizzare paste asciutte fumanti su tavole impeccabilmente imbandite. L'eroe della vicenda è infatti Ray Ferrier (un Tom Cruise, lo ripetiamo, in ottima forma), un operaio portuale che da tempo vive lontano dalla propria famiglia. Ray è padre, non proprio esemplare, di due ragazzi: un adolescente di nome Robbie (Justin Chatwin) e la già citata piccola Rachel (Dakota Fanning). Questi vanno a trovarlo molto di rado, solo qualche week end. E tutto comincia proprio un tranquillo week end, dopo che l’ex moglie di Ray (Miranda Otto) e il suo nuovo marito, portati i ragazzi dal padre, vanno via. È allora che, a seguito di una strana e violenta tempesta elettrica, Ray accerchiato dalla folla, vede affiorare dalle viscere della Terra, lì dove più fulmini senza tuono si sono abbattuti (un fulmine non dovrebbe mai abbattersi nello stesso punto) una gigantesca macchina da guerra a tre zampe. Prima che qualcuno riesca a capire di cosa si tratti e a reagire, la creatura comincia ad incenerire tutto ciò che ha intorno. Ai protagonisti e all'umanità intera, non resta che fuggire. Interessante è che, da quel momento in poi, ad imporsi sul pianeta Terra sia sì una forza esterna ed estranea, ma anche e soprattutto, insieme all'istinto per la sopravvivenza propria e dei propri cari, un istinto altrettanto naturale, ma funesto. Un istinto che tanti secoli fa Thomas Hobbes sintetizzò con il celeberrimo "homo homini lupus" e che per chi avesse dimenticato lasua lezione dà vita ad uno stato di natura che sprofonda l'uomo in uno stato di guerra incessante di tutti contro tutti. Alla fine, insomma, la domanda sorge spontanea: tra tanti tripodi, più o meno sanguisuga, non è che alla fine il vero extraterrestre o meglio il vero nemico da cui difendersi, continui ad essere lui? L'ingegnoso e machiavellico essere umano? Per rispondere non resta che andare al cinema e scoprire che fine fa, per esempio, il personaggio interpretato dal come sempre gigantesco Tim Robbins. Certi film bisogna vederli.
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